Secondo una nuova simulazione computazionale, quando nuovi pianeti si formano attorno alla propria stella, essi non sarebbero sferici, bensì appiattiti; un po’ come dei confetti: la forma tondeggiante si raggiungerebbe solo in un secondo momento. Ciò potrebbe essere accaduto anche alla Terra durante le sue prime fasi di vita.
C’è stato un tempo, qualche miliardo di anni fa, in cui il nostro pianeta non era sferico. Non aveva la forma attuale, bensì si presentava molto schiacciato ed appiattito, come un confetto.
A sostenerlo sono i ricercatori dell’Università del Lancashire centrale, che hanno simulato come i pianeti potrebbero formarsi dai dischi di gas attorno alle stelle.
Ciò ha rivelato che, invece di essere rotondi, i pianeti appena formati sono in realtà schiacciati.
Il dottor Dimitris Stamatellos, coautore dell’articolo, ha affermato: “siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che si siano rivelati essere sferoidi oblati, abbastanza simili agli Smarties!”
“Abbiamo studiato la formazione dei pianeti per molto tempo, ma mai prima d’ora avevamo pensato di controllare la forma dei pianeti mentre si formano nelle simulazioni: avevamo sempre pensato che fossero sferici”.
Nella realtà, i pianeti non sono proprio delle sfere perfette.
La Terra è appiattita ai poli di circa lo 0,3 per cento, Giove di circa il 6 per cento e Saturno di ben il 10 per cento.
Ma gli scienziati ora ritengono che i protopianeti siano appiattiti di circa il 90 per cento.
Si pensa che la fase protoplanetaria duri tra i primi 1-5 milioni di anni dell’esistenza di un pianeta.
Considerando che la Terra ha circa 4,5 miliardi di anni, sarebbe stata a forma di Smartie per una frazione molto piccola della sua storia primordiale.
Attualmente ci sono due teorie principali su come si formano i protopianeti.
La prima, ha spiegato il ricercatore capo Dr. Adam Fenton, è chiamata la teoria dell'”accrescimento del nucleo”.
Questa teoria afferma che i pianeti si formano attraverso la “crescita graduale di particelle di polvere che si uniscono per formare oggetti progressivamente sempre più grandi su lunghe scale temporali”.
La seconda teoria è la teoria dell’instabilità del disco, che sostiene che i pianeti si formano in un tempo relativamente breve quando il disco di gas rotante attorno a una giovane stella si rompe rapidamente.
Il dottor Fenton afferma: “Questa teoria è interessante per il fatto che i grandi pianeti possono formarsi molto rapidamente a grandi distanze dalla loro stella ospite, spiegando alcune osservazioni di esopianeti”.
Seguendo le previsioni di questa teoria, i ricercatori hanno simulato la formazione di pianeti gassosi attorno a una giovane stella.
Il dottor Fenton afferma che il calcolo è stato estremamente impegnativo, richiedendo mezzo milione di ore di CPU sulla DiRAC High Performance Computing Facility del Regno Unito.
Tuttavia, una volta completata la simulazione, i ricercatori sono rimasti sorpresi di scoprire che i protopianeti non erano sfere.
Nel loro articolo, pubblicato su Astronomy & Astrophysics Letters, i ricercatori suggeriscono che i pianeti diventano piatti perché si formano all’interno di un disco rotante.
Proprio come uno chef che fa girare una palla di pasta per pizza, la forza della loro rotazione allunga e appiattisce il giovane pianeta.
I ricercatori ritengono che i pianeti diventino sferici solo in un secondo momento, poiché il gas e altra materia atterrano sui loro poli nord e sud più rapidamente che all’equatore.
Le osservazioni dei protopianeti in altri sistemi stellari sono ancora molto rare e sono diventate possibili solo negli ultimi anni.
Tuttavia, i ricercatori si aspettano che l’appiattimento dei protopianeti sia osservabile attraverso i telescopi.
Scrivono: “Ci aspettiamo che questo possa portare a una forte modifica delle proprietà osservate dei protopianeti, con l’angolo di visione che deve essere preso in considerazione quando si interpretano le osservazioni”.
Secondo la teoria dell’accrescimento del nucleo, i protopianeti sarebbero sferici.
Ciò significa che se i ricercatori sono in grado di osservare protopianeti appiattiti, questa sarebbe una buona prova per la teoria dell’instabilità del disco, attualmente sfavorita.
I ricercatori stanno attualmente lavorando per migliorare il modello computazionale per confrontare i risultati con le future osservazioni del telescopio spaziale James Webb.