Scoperto l’anello mancante della transizione tra pinna e arti.
Le nostre mani derivano dalle pinne dei pesci. La discendenza è stata definitivamente provata da ricercatori della Flinders University in Australia e dell’Universite du Quebec a Rimouski in Canada che hanno analizzato un esemplare fossile di elpistostege, un pesce vissuto nel periodo Devoniano, circa 360 milioni di anni fa e rinvenuto a Miguasha, sempre in Canada.
Lo scheletro completo dell’esemplare, lungo 1,57 metri, è stato sottoposto a una TAC ad alta energia e “dentro” le pinne pettorali del pesce si è rivelata la presenza di un omero, radio, ulna, ossa del carpo e falangi organizzate in dita.
La scoperta è di eccezionale importanza perché trova nell’ elpistostege l’anello mancante della transizione tra pesci e tetrapodi, cioè vertebrati a quattro zampe. La struttura morfologica delle mani (e dei piedi) è nata quindi nei pesci e poi portata sulla terraferma solo in seguito alla conquista dei primi di quest’ultima.
L’ elpistostege infatti era in pesce predatore che si ritiene abbia cominciato a vivere in acque poco profonde e a fare le prime incursioni sulla terra. In questo modo si sarebbero sviluppati arti e dita, per dare cioè sostegno al pesce nei suoi movimenti in bassi fondali e sulle rive e reggere il suo peso.