La super-Terra di Proxima centauri, la stella a noi più vicina, potrebbe essere investita frequentemente da fenomeni distruttivi emessi dalla stella stessa.

 

 

Poco tempo fa abbiamo riportato la notizia di presunti segnali alieni provenienti da Proxima centauri, a soli 4 anni luce da noi. Mentre gli esperti stanno ancora cercando di capire se si tratta veramente di una trasmissione extraterrestre o di un artefatto della tecnologia umana, gli astrofisici pongono un altro serio dubbio sulla possibilità che lì ci sia effettivamente una civiltà aliena.

Infatti, secondo ultimissime ricerche, i mondi attorno a Proxima centauri potrebbero essere inospitali alla vita. Vediamo innanzitutto lo scenario. La stella in questione fa parte di una triade di astri collegati gravitazionalmente: due stelle molto vicine e simili al Sole costituiscono Alfa centauri, la stella più luminosa della costellazione, attorno alle quali orbita un terzo astro – Proxima – con composizione e caratteristiche molto diverse.

Si tratta infatti di una nana rossa, più piccola (del 75%) e più fredda (della metà) del nostro Sole: questo fa sì che per poter ospitare acqua allo stato liquido – condizione necessaria alla vita – i pianeti devono orbitare molto vicino alla stella, per ricevere la giusta quantità di calore, in quella zona di spazio che viene definita fascia di abitabilità. Ma a tale distanza sono anche molto più esposti ai fenomeni che avvengono sulla superficie stellare, come brillamenti ed espulsioni di massa coronariche.

I primi sono letteralmente lingue di fuoco che si propagano nello spazio dalla fotosfera della stella, mentre i secondi sono emissioni di particelle cariche che provengono dalla corona stellare, l’ultimo e più esterno strato dell’atmosfera dell’astro. Dato che la Terra si trova abbastanza lontano dal Sole – circa 150 milioni di chilometri – questi eventi non rappresentano un serio pericolo per noi, ma ne vediamo gli effetti nelle aurore boreali e nei disturbi delle telecomunicazioni satellitari quando accadono.

Ma essendo la fascia di abitabilità di Proxima centauri molto vicina alla stella, per gli eventuali pianeti lì presenti questo sarebbe un grave problema: se non dotati di una spessa atmosfera e di un forte campo magnetico le espulsioni di massa coronariche possono esporre la loro superficie a micidiali radiazioni che sterilizzerebbero all’istante ogni cosa.

In effetti fino ad ora un pianeta, chiamato Proxima Cen b, è stato individuato attorno alla stella nella zona abitabile: è un po’ più grande della Terra ed è roccioso, quindi potrebbe ospitare la vita. Ma niente sappiamo sulla sua atmosfera e sul suo campo magnetico; possono proteggerlo dalle perturbazioni atmosferiche della stella?

Per sapere se è un candidato alla vita extraterrestre gli astronomi hanno allora cercato di capire se brillamenti ed espulsioni di massa costituiscono un pericolo per il piccolo corpo celeste. Nel 2019 una schiera di radiotelescopi in tutto il ondo ha ascoltato i segnali provenienti dalla stella per individuare le particolari onde radio che si accompagnano con le espulsioni di massa coronariche.

E il 2 maggio di quell’anno è stata captata un’emissione correlata a un brillamento con una potenza pari a quella prodotta dalle centrali elettriche australiane in 17 milioni di anni. Sul Sole tali fenomeni energetici avvengono ogni 10 o 20 anni, ma su Proxima centauri sono stati captati ogni poche settimane. Questo sarebbe uno scenario troppo violento per poter consentire alla vita di evolversi attorno alla stella.

I dati sulla associazione tra emissioni radio e fenomeni stellari non sono ancora confermati (bisogna esplorare anche ad altre frequenze) ma se le cose stessero così allora le chance di trovare alieni vicino a noi si ridurrebbero proprio al lumicino.

 

 

 

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