Al Politecnico di Milano un evento per discutere dei cambiamenti delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario. Politici ed esperti si sono confrontati sul ruolo delle materie che devono essere a vertice dell’agenda politica del Paese: terapie digitali (DTx) e algoritmi necessitano di nuove normative e percorsi formativi per i professionisti futuri.
Venerdì 20 settembre al Politecnico di Milano politici e professionisti della salute si sono incontrati per confrontarsi sul nuovo mondo che sta cambiando la sanità con l’introduzione e la diffusione sempre più in crescita delle DTx e della IA, con a sua capacità di analizzare di dati e di apprendere da essi.
L’evento Stati Generali della Sanità Digitale e delle Terapie Digitali, promosso dall’intergruppo parlamentare Terapie Digitali e Sanità Digitale con la partnership del Politecnico di Milano e della rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief, ha visto rappresentanti delle istituzioni scientifiche, imprenditoria, università e advocacy confrontarsi per identificare una strategia comune che ponga la sanità digitale al vertice dell’agenda politica del Paese.
Nell’anno passato la spesa per la sanità digitale è cresciuta del 22% arrivando a quota 2,2 miliardi di euro. In particolare le DTx si confermano un ambito d innovazione particolarmente rilevante.
I dati raccolti dall’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico rilevano 34 nuove terapie immesse sul mercato nell’ultimo anno, per un totale di 93 disponibili nel mondo.
Prevalentemente le DTX sono impiegate nell’ambito della psichiatria, in particolare per la terapia cognitivo-comportamentale che risulta molto efficace per il trattamento di disturbi come la depressione o dipendenze da abuso di sostanze.
Ma anche endocrinologia, reumatologia ed oncologia sfruttano soluzioni fornite dalle DTx. I pazienti italiani, secondo i dati dell’Osservatorio, sono fortemente interessati alle DTx ben il 65% degli intervistati e circa la metà dei medici specialisti e di medicina generale sarebbe disposta a prescriverle.
Il ministro della Salute Schillaci, che è intervenuto all’evento, ha parlato “delle opportunità che ci offre la digitalizzazione in tanti campi: dalla ricerca alla prevenzione, dalla cura e dallo sviluppo dei servizi sino al campo della programmazione, grazie all’utilizzo di sistemi predittivi sempre più accurati”.
“Senza dubbio, le tecnologie digitali possono contribuire a migliorare la qualità della vita e l’efficacia delle cure ai pazienti specie quelli che si trovano in condizioni di fragilità, che devono avere un’assistenza sempre più, personalizzata e multidisciplinare”.
“Pensiamo ai pazienti con vulnerabilità fisiche, psicosociali o legate a condizioni croniche, in particolare gli anziani; i pazienti con più patologie o con disabilità, con problemi di salute mentale o in situazioni di isolamento sociale; o ancora, che abbiano difficoltà di accesso alle cure per barriere geografiche, tecnologiche o cognitive”.
“Per questo ritengo importante la sensibilità sull’aspetto regolatorio dimostrata dall’Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali, che già a giugno 2023, grazie al lavoro dell’on Loizzo, ha presentato una proposta di legge per disegnare cornici in cui inquadrare le terapie digitali. Quel testo punta in particolare a definire gli ambiti d’uso di queste soluzioni e istituire gli organi per valutarle e monitorarle. Non posso che assicurare che si tratta un impegno comune, un impegno sul quale Ministero della Salute è già al lavoro”.
“Oltre la cornice regolatoria e alle modalità di valutazione, spicca una questione più ampia che investe le terapie digitali: siamo di fronte a una rivoluzione culturale; è importante parlarne, bisogna avere un dibattito sempre più ampio e aperto. Un dibattito che dovrà arrivare a coinvolgere i cittadini, che debbono diventare i protagonisti di questa nuova sanità digitale”.
Simona Loizzo. Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale e Terapie Digitali ha parlato della nuova legge che regolamenterà le terapie digitali: “è una legge che serve a definire gli ambiti di applicazione; ci sono tanti criteri inseriti: per esempio la rimborsabilità nel sistema sanitario nazionale; viene creato un osservatorio ad hoc gestito dal Ministero, che ha proprio il compito di decidere quali terapie digitali entrano nel SSN e vengono rimborsate e soprattutto quali escono, perché essendo dei software si aggiornano continuamente e non possono essere stanziali all’interno del sistema”.
“Prima di fine anno inizierà la discussione generale e le audizioni che ovviamente riprenderanno tutti gli attori da, Farmindustria ad Aifa”.
“Io credo che le terapie digitali siano qualcosa di più di un potenziatore della efficacia del farmaco, perché creano un’interazione medico e paziente molto diversa dal comune farmaco e accumuloano anche in sé tanti dati sanitari che sono poi utilizzati per la programmazione alla ricerca”.
“Oggi è un grande passo in avanti perché il Ministro ha detto che è importante che le terapie digitali non siano incluse tra i dispositivi medici; si cercherà il modo di codificarle diversamente, perché non si può fare a meno di pensare che sono farmaci, ma non sono neanche un dispositivo medico convenzionale”.
“Questo è un messaggio ai pazienti che usufruiscono delle terapie, ma soprattutto un messaggio alle nostre piccole e medie imprese che brevettano ogni giorno tante terapie digitali”.
Federico Chinni, Componente del Comitato di Presidenza di Farmindustria, ha aggiunto: “dobbiamo considerare che il 30% delle determinanti di salute è collegato ai comportamenti. Ecco, le terapie digitali lavorano proprio sui nostri comportamenti, quindi sono un’opportunità molto grande di poter migliorare questo aspetto e se questo aggiungiamo alcuni elementi di sistema come invecchiamento progressivo della popolazione e il conseguente aumento della cronicità, il fatto che c’è una natalità sempre in discesa, il tema collegato alla carenza di infermieri e medici e al fatto che tutti abbiamo un telefono in Italia, ci fa capire perfettamente come oggi le terapie digitali siano davvero uno strumento molto importante anche per la sostenibilità finanziaria del sistema”.
“U punto chiave fondamentale è che abbiamo notato come l’implementazione non sia stata così ampia e paritetica rispetto invece a un ecosistema molto favorevole ad introdurre le DTx, perché perché ovviamente mancano le competenze dei medici; per cui credo che non possiamo non prescindere da formare i medici e disegnare le terapie digitali con le persone le quali poi dovranno utilizzare e cioè i pazienti”.