Non tutti i malati sviluppano questi sintomi, ma chi ha certe varianti geniche ha una probabilità più alta di sperimentarli.
Un fattore di rischio genetico che influenza se un individuo sperimenti una perdita dell’olfatto o del gusto come sintomi di COVID-19 è stato rivelato in un articolo pubblicato su Nature Genetics.
Il locus genetico – situato vicino a due geni, UGT2A1 e UGT2A2 – è associato ad un aumento dell’11% della probabilità di sviluppare uno di questi sintomi a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2.
La perdita dell’olfatto o del gusto sono sintomi distintivi del COVID-19; tuttavia, non tutti gli individui infetti da SARS-CoV-2 li sperimentano, con i meccanismi responsabili non ben chiari.
I ricercatori hanno condotto uno studio utilizzando i dati di un sondaggio online raccolti da 69.841 (63% donne; 37% maschi) partecipanti alla ricerca di età superiore ai 18 anni, che vivono negli Stati Uniti o nel Regno Unito.
Gli autori hanno scoperto che una serie di varianti situate vicino ai due geni UGT2A1 e UGT2A2 ha aumentato la probabilità che un individuo sperimenti una perdita di olfatto o gusto a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2 dell’11%.
Entrambi i geni codificano enzimi che sono espressi in cellule che rivestono l’interno del naso e sono coinvolti nell’eliminazione degli odoranti che si legano ai recettori coinvolti nel rilevamento dell’odore.
Questa scoperta fornisce indizi sui meccanismi biologici che sono alla base della perdita di olfatto o gusto correlata al COVID-19. Gli autori avvertono, tuttavia, che nonostante una grande dimensione del campione, lo studio è è stato fatto su individui di origine europea.
Bisogna anche distinguere tra perdita del gusto e perdita dell’olfatto, che sono stati combinati in un’unica domanda nell’indagine.
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