Istituto Superiore di Sanità: 11 tra Regioni e Province Autonome sono a rischio alto, mentre 10 sono a rischio moderato.
Con la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, da domenica 17 gennaio le Regioni italiane cambiano colore e da quasi tutte gialle come è stato finora, molte passano in zona arancione. Come con l’ora legale ci si addormenta gialli e ci si sveglia arancioni o rossi. L’Italia Arlecchino è stata delineata in base al report dell’Istituto superiore di sanità (ISS). In arancione vanno: Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. Restano, invece, in arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. Passano in zona rossa Bolzano, Lombardia e Sicilia. C’è anche chi, per fortuna e bravura, respira mantenendo il giallo: Basilicata, Campania, Molise, Sardegna, Toscana e la provincia autonoma di Trento.
Il report settimanale dell’ISS, aggiornato al 13 gennaio, ha infatti fotografato una situazione non proprio positiva. Da prossima ondata, sempre che abbia un valore parlare di prima, seconda e terza ondata. Il virus, in realtà, c’è sempre stato e sono stati i periodi di lockdown, più o meno rigido, a influire sui numeri.
Il passaggio in zona arancione per molte Regioni italiane era stato già preannunciato negli scorsi giorni. E la Sicilia aveva già chiesto al governo di poter passare in zona rossa per almeno due settimane, considerando l’alta incidenza della diffusione del Coronavirus nel territorio.
Per le Regioni che entreranno in zona arancione ci saranno regole più stringenti. Al di là del coprifuoco alle 22, valido per tutto il territorio nazionale indipendentemente dai colori o fasce colorate, vengono vietati gli spostamenti fuori dal proprio comune se non per motivi di necessità, lavoro e salute o per il ritorno alla propria residenza. Sono chiusi ai clienti bar e ristoranti, mentre vengono consentite le consegne a domicilio e l’asporto (ma con limitazioni per i bar dopo le 18). Aperti i negozi, mentre sono chiuse piscine e palestre, così come i cinema.
Per la zona rossa le regole sono ancora più stringenti. Sono vietati tutti gli spostamenti, anche all’interno del proprio comune, fatta eccezione per quelli dettati da motivi di lavoro, studio, necessità e salute. Chiusi sia i bar sia i ristoranti, con la possibilità delle consegne a domicilio e dell’asporto, ma con limitazioni per i bar (non per i ristoranti) dopo le 18. Al contrario della zona arancione, sono chiusi anche i negozi, fatta eccezione per supermercati, rivenditori di generi alimentari e farmacie. Aperti barbieri e parrucchieri, così come le edicole. Sono chiusi, invece, teatri, cinema, palestre e piscine. Gli spostamenti per far visita a parenti e amici sono consentiti, solamente una volta al giorno verso una sola abitazione privata e per un massimo di due persone.
Che cosa ha detto l’ISS? Che 11 tra Regioni e Province Autonome sono a rischio alto, mentre 10 sono a rischio moderato. Il monitoraggio ISS-ministero della Salute riguarda la settimana 4-10 gennaio, ma i dati sono aggiornati al 13 gennaio. Il report “conferma il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente”. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%). “Si osserva, per la seconda settimana consecutiva, un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni (368,75 per 100.000 abitanti, tra il 28/12/2020 e il 10/01/2021, contro i 313,28 per 100.000 abitanti tra il 21/12/2020 e il 03/01/2021)”. Il report evidenzia, in particolare, “il valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,61 per 100.000), nella PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77)”.
L’incidenza su tutto il territorio “è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario – si legge ancora – ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.
“L’epidemia – scrive il report – resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.
Terapie intensive sopra la soglia critica
Sono 12 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (contro le 13 della settimana precedente) mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.579 (04/01/2021) a 2.636 (12/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche aumenta lievemente, passando da 23.317 (04/01/2021) a 23.712 (12/01/2021). Nessuna Regione è a rischio basso. Undici Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso.
Le nuove misure prevedono anche il ritorno in classe per gli studenti di licei e scuole superiori in presenza al 50%, fino al 75%, da lunedì 18 gennaio. Sbloccati i concorsi pubblici in presenza, per un massimo di 30 partecipanti.