Una ricerca italiana ricostruisce quella che è già preistoria per la pandemia in corso.
Covid-19 era a lavoro sottotraccia nel nostro Paese molto prima che ce ne accorgessimo. Il coronavirus responsabile della pandemia da Covid-19 ormai diffusa in tutto il mondo si è diffuso sottotraccia in Italia per molte settimane prima che riuscissimo a individuarlo: lo studio The early phase of the COVID-19 outbreak in Lombardy, Italy – pre-pubblicato su Arvix da 24 ricercatori italiani fa risalire i primi casi sul territorio nazionale al 1 di gennaio, quando neanche la Cina aveva ancora capito (o ammesso) che ci fosse un’epidemia in corso a Wuhan.
I ricercatori italiani hanno analizzato i primi 5.830 casi confermati in laboratorio per fornire la prima caratterizzazione epidemiologica di un focolaio di Covid-19 in un Paese occidentale, ovvero il nostro, raccogliendo i dati epidemiologici attraverso interviste standardizzate dei casi confermati e dei loro stretti contatti: dati demografici, le date di insorgenza dei sintomi, le caratteristiche cliniche, i risultati dei campioni del tratto respiratorio, il ricovero ospedaliero, la ricerca dei contatti. Da questo lavoro emerge che «l’epidemia in Italia è iniziata molto prima del 20 febbraio 2020. Al momento dell’individuazione del primo caso Covid-19, l’epidemia si era già diffusa nella maggior parte dei comuni della Lombardia meridionale».
Il nuovo coronavirus era presente nel nord Italia già dal 1 gennaio e il nuovo quadro dell’epidemia conferma la necessità di «strategie di contenimento aggressive». Gli autori concludono rivolgendo un appello ai decisori politici. La risposta del sistema sanitario regionale è stata immediata e articolata su tre obiettivi: raccolta dei dati epidemiologici, aumento dei test diagnostici, assistenza ai soggetti colpiti. Nonostante gli interventi coordinati è stata osservata una crescita nell’incidenza della malattia, nel numero di pazienti ospedalizzati, nei ricoverati in terapia intensiva e nei decessi. L’istituzione della zona rossa ha giocato un ruolo cruciale nel contenimento dell’infezione e si augurano che le ulteriori misure restrittive mostrino i loro effetti positivi al più presto.