I polmoni erano pieni di pus, sangue e acqua.

 

 

I danni ai polmoni dei primi due pazienti cinesi affetti da Covid-19 e curati all’Ospedale “Spallanzani” di Roma mostrati in uno studio. Le immagini, che fanno parte di una prossima pubblicazione dell’International Journal of Infectious Diseases, mostrano le radiografie e le immagini della Tac ai polmoni appartenenti ai due pazienti. A riportarlo è il Daily Mail.

La coppia, composta da un uomo 67enne e da una donna 65enne, era in vacanza in Italia e non risultava affetta da particolari patologie, ma sottoposta soltanto ad una terapia orale contro l’ipertensione. Dopo aver lamentato problemi respiratori e febbre, i due erano stati sottoposti a test di laboratorio che avevano confermato positività al virus SARS-COV-2.

Entrambi si erano aggravati fino a sviluppare la sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS). L’insufficienza respiratoria era insorta nell’arco di quattro giorni. Due giorni dopo, entrambi i pazienti respiravano solo con l’ausilio di un ventilatore.

 

 

Le prime radiografie effettuate sulla coppia facevano emergere “opacità del vetro smerigliato”: in sintesi, gli spazi aerei dei loro polmoni erano pieni di liquido, composto generalmente da pus, sangue o acqua. L’opacità del vetro smerigliato si associa di solito a gonfiore dei tessuti molli, conosciuto come consolidamento.

Riscontrata anche “pavimentazione pazza”, cioè ispessimento del setto e del setto intralobulare. Lo studio ha fatto anche emergere che i vasi sanguigni che trasportano il sangue dal cuore ai polmoni per ossigenarsi si stavano allargando, ovvero che stavano andando incontro ad una condizione di ipertrofia. L’ipertrofia riduce lo spazio per l’aria, causando difficoltà respiratorie.

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