La rivista JAHA ritira un lavoro su infarto ed e-cig pubblicato nel 2019.

 

 

 

“L’uso di sigarette elettroniche, o e-cig, ogni giorno può quasi raddoppiare le probabilità di avere un infarto del miocardio o attacco di cuore”. Era agosto 2019 e i media riportavano questa sintesi riferendosi ai risultati di un’indagine di ricercatori della Università della California a San Francisco (UCSF), che avevano lavorato su uno studio longitudinale di coorte, denominato PATH, condotto dall’Università del Michigan.

Università che all’inizio aveva concesso l’accesso ai propri dati e in seguito l’aveva ritirato. Ma questo è emerso dopo. Gli anti-tabagisti fondamentalisti plaudivano: finalmente un’analisi su migliaia di persone dimostrava che non c’era alcun beneficio passando dalle sigarette tradizionali alle nuove alternative per un fumo a minor rischio per la salute. Poi il colpo di scena. Dopo sei mesi circa questo lavoro si è dimostrato scientificamente inesatto, viziato nel metodo, forzato nelle conclusioni. E quindi ritirato dalla stessa rivista scientifica che lo ha pubblicato nel 2019.

L’analisi aveva indirettamente coinvolto poco più di 60 mila persone in due fasi, 32.320 nella prima e 28.362 nella seconda, entrambe della durata di un anno, tra il 2013 e il 2015. Lo studio era stato avvalorato della pubblicazione sull’autorevole rivista scientifica dell’associazione americana dei cardiologi, JAHA (Journal of the American Heart Association). E ora, dalle stelle alla polvere, anche se sul web il lavoro si continuerà a trovare in articoli dell’agosto 2019. Ma è stato privato dell’autentica di scientificità. E questo perché, sollecitati da numerose critiche, gli editori hanno riesaminato il metodo dell’analisi questa volta bocciandola.

Fin dalla loro pubblicazione i risultati del lavoro dei ricercatori guidati da Stanton Grant della UCSF provocarono una serie di critiche sul tipo di analisi condotta e sulle conseguenti conclusioni tratte dagli autori (in taluni casi anche con modalità poco ortodosse, quali interviste rilasciate alla stampa laica o commenti pubblicati su blog del web, piuttosto che con la classica modalità dell’invio di lettere all’Editore). In più, un vizio di metodo era che il 70% dei soggetti esaminati erano fumatori duali, sigarette elettroniche e sigarette tradizionali senza indagare nemmeno sulle percentuali giornaliere dei due tipi di fumo, né tantomeno al fine delle conclusioni su altri stili di vita. Essendo un lavoro sulla popolazione americana, informazioni sul tipo di alimentazione, patologie del metabolismo, stress, sedentarietà, eccetera, sarebbero state opportune e da approfondire in relazione alle probabilità di un infarto del miocardio.

Obiettivo primario dello studio, infatti, era il verificare il rapporto di probabilità tra uso di e-cig, sigarette tradizionali, uso duale e comparsa di infarto del miocardio (IM), sulla popolazione del PATH (lavoro del Michigan), in base alle risposte fornite dai pazienti a specifiche domande e nei due periodi di tempo già menzionati.

Peccato che i risultati dell’analisi se impostata bene non avrebbero portato alle conclusioni poi pubblicizzate. Bensì a evidenze scientifiche del tutto diverse.

Una lettera firmata da 16 esperti internazionali e inviata agli editori di JAHA il 20 Gennaio 2020 ha chiesto formalmente il ritiro del lavoro perché viziato da errori critici. Riverificato studio e conclusioni, il 18 febbraio 2020 gli editori di JAHA hanno deciso, evento estremamente raro, di ritirare la pubblicazione in questione. Il che, dal punto di vista scientifico, è assimilabile a una bocciatura.

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