Per la prima volta uno studio australiano fa il punto sulla vita sessuale delle giovani donne e rivela che la maggior parte di loro ne è insoddisfatta.
Metà delle donne australiane è angosciata durante il sesso e una su cinque ha una disfunzione sessuale femminile.
È quanto emerge da uno studio condotto dal Women’s Health Research Program della Monash University su settemila donne tra i 18 e i 39 anni e pubblicato il 24 febbraio sul giornale Fertility and Sterility.
Alle donne reclutate nello studio è stato chiesto di compilare un questionario per valutare la loro vita sessuale in termini di desiderio, eccitazione, reattività, orgasmi e autostima.
Un terzo del campione si è dichiarato single, il 47% con un indice di massa corporeo normale e il 70% ha affermato di avere avuto rapporti nei 30 giorni antecedenti al test.
Questa la composizione del campione. I risultati hanno mostrato che le donne che abitualmente curano il proprio aspetto fisico e che basano la loro autostima sulla fisicità sono meno assertive durante il sesso e ne sono meno soddisfatte.
Ma veniamo ai numeri. Il 50% delle intervistate ha affermato di soffrire di qualche tipo di ansia, correlata a sensi di colpa, imbarazzo, stress o infelicità per la propria vita sessuale.
Il 20,6%, poi, ha dichiarato di avere una qualche forma di disfunzione sessuale, la più comune delle quali è legata a una bassa autostima della propria immagine, associata a sua volta con l’obesità, convivenza col partner, nubilato e allattamento al seno.
L’uso degli antidepressivi è stato descritto da 20% come impattante sulla propria vita sessuale, mentre la pillola contraccettiva non sembra influire.
“Il benessere sessuale è riconosciuto come un diritto umano fondamentale” dicono i ricercatori della Monash “e ora abbiamo la consapevolezza che ci troviamo di fronte a un problema, dato che metà del campione soffre di ansia legata al sesso e una donna su cinque ha una patologia sessuale”.
“Per la prima volta abbiamo una visione del mondo sessuale femminile e ciò che emerge non è incoraggiante: dobbiamo fare in modo che i professionisti del settore, a partire dai ginecologi, siano preparati a dare aiuto a queste persone” concludono.