Malattie più comuni come influenza e TBC mietono molte più vittime al giorno in tutto il mondo, ma non se ne parla…
La settimana scorsa (fonte Epicentro dell’ISS tramite la Rete InfluNet) sono decedute in Italia ben 234 persone (è un picco, in media il numero è più basso) per malattia influenzale. Quella stagionale, e non per il nuovo Coronavirus. E, attenzione, il dato anche se per poco è positivo perché il numero atteso di morti era di 240. Sempre in relazione al picco.
Ma i media, la tv, i social non parlano altro che della nuova pandemia, finora limitata nei numeri (per fortuna) tra colpiti e morti nonostante l’enorme bacino di contagio, ossia la popolazione cinese. E gli specialisti di malattie infettive come la tubercolosi, la TBC, ci avvertono: la TBC in Cina da report WHO (OMS) tocca gli 886.000 casi (61 x 100.000 abitanti), di cui 66.000 resistenti ai farmaci, e 61.000 morti, ossia 167 ogni giorno. È Mario Raviglione, OMS, a spiegarci la situazione. Non rosea.
Rimanendo in Italia, stimati a oggi circa 3.700.000 casi di influenza, con relativo impatto di complicanze, morti, costi diretti e indiretti per la società, infezione potenzialmente prevenibile con la vaccinazione.
A parte quindi il nuovo Coronavirus (2019-nCoV), sarebbe utile avere un livello maggiore di attenzione e di consapevolezza della popolazione sui virus e batteri respiratori “quotidiani”. Dei virus ben radicati nella società globale che uccidono migliaia di persone al giorno, ma che paiono distanti anche perché colpiscono in prevalenza i poveri, gli emarginati, gli anziani, i migranti eccetera.
Dice Raviglione: “Io all’OMS sono passato attraverso le epidemie di Ebola 1997, SARS 2002, Avian Flu, Suina, Ebola 2014, Zika: in pratica, l’intera Organizzazione era focalizzata su quelle epidemie che, prese insieme, forse hanno ucciso (tragicamente, per carità, in quanto si tratta sempre di morti umane atroci!) quante persone ammazza in 4-5 giorni la TBC. Si deve semplicemente continuare a ricordare l’importanza di investire su tutti i grandi killer (e vogliamo parlare delle malattie non trasmissibili, NCD, che causano il 70% delle morti al mondo) con una comunicazione appropriata”. Un esempio di bolle mediatiche e silenzi assordanti: a fine 2018 proprio Raviglione segnalava che in Italia si contavano circa 4000 nuovi casi di TBC all’anno, oltre 10 al giorno e sarcasticamente commentava “pensate se fossero 10 casi di Ebola…”.
Occorre un’informazione appropriata e continua su tutto ciò che è infettivo, che uccide pur essendo prevenibile, che ha come concausa il silenzio mediatico. Basti pensare alle malattie sessualmente trasmesse, in aumento nel silenzio generale. Per fortuna curabili o controllabili, come nel caso dell’Hiv e del conseguente Aids. E si potrebbe continuare citando anche malattie storiche che in molti credono non più esistenti, ma che invece colpiscono e fanno danni. Concludo con un altro esempio: la dengue, che da noi non esiste. La Dengue, nota anche come febbre spacca ossa o febbre rompi ossa, ha raggiunto il suo massimo storico nel 2019 e la sua diffusione sta crescendo rapidamente nel 2020. I casi confermati di Dengue in America Latina e Caraibi tra il 2019 e il 2020 hanno raggiunto i 3.095.821 individui colpiti, con 1530 decessi, secondo quanto affermato dalla PAHO (Pan American Health Organization). Altro che 2019-nCoV.