Studiosi italiani hanno scoperto, analizzando immagini radar della sonda Magellano degli anni ’90, che sul pianeta ci sono vulcani ancora attivi. Hanno trovato cambiamenti superficiali che potrebbero indicare vulcanismo in due aree in cui sono presenti caratteristiche vulcaniche, situate sul fianco occidentale del Sif Mons e nella Niobe Planitia occidentale.
Flusso di lava vulcanica è stato osservato in due diverse regioni di Venere, suggerendo che l’attività vulcanica sul pianeta potrebbe essere maggiore e più diffusa di quanto si pensasse in precedenza.
I risultati, pubblicati su Nature Astronomy, supportano prove precedenti che suggeriscono che Venere è attualmente vulcanicamente attivo.
La spessa atmosfera di Venere ha reso difficile osservare direttamente la superficie del pianeta.
Tuttavia, la mappatura radar globale eseguita negli anni ’90 dalla sonda Magellano ha mostrato che la superficie di Venere è coperta da molti vulcani ed è stata probabilmente modellata da una diffusa attività vulcanica nel suo passato, anche se il ruolo del vulcanismo nel presente geologico del pianeta è rimasto poco chiaro.
La prova di un’attività più recente da una bocca vulcanica sulla superficie del pianeta è stata identificata l’anno scorso nei dati della sonda Magellano.
Davide Sulcanese e colleghi dell’Università d’Annunzio, Pescara, hanno analizzato due serie di dati radar Magellano ottenuti nel 1990 e nel 1992 per cercare prove di attività vulcanica.
Hanno trovato cambiamenti superficiali che potrebbero indicare vulcanismo in due aree in cui sono presenti caratteristiche vulcaniche, situate sul fianco occidentale del Sif Mons e nella Niobe Planitia occidentale.
Dopo aver analizzato le varie possibili fonti, Sulcanese e colleghi suggeriscono che queste variazioni sono state probabilmente causate da colate laviche fresche.
Gli autori suggeriscono che Venere sia un pianeta geologicamente attivo ai giorni nostri, ma anche che il vulcanismo attuale sia piuttosto diffuso.
Suggeriscono anche che l’attività vulcanica su Venere è paragonabile a quella della Terra, indicando che Venere è vulcanicamente più attiva di quanto si pensasse in precedenza.
Immagine: IRSPS – Università d’Annunzio