Ricercatori italiani hanno introdotto un nuovo approccio per valutare la qualità del caffè. In un nuovo studio pionieristico, hanno dimostrato la fattibilità dell’utilizzo della tecnologia indossabile per misurare le risposte emotive degli esperti di caffè durante le degustazioni.

 

 

Ricercatori italiani hanno introdotto un nuovo approccio per valutare la qualità del caffè.

In un nuovo studio pionieristico, hanno dimostrato la fattibilità dell’utilizzo della tecnologia indossabile per misurare le risposte emotive degli esperti di caffè durante le degustazioni.

Pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture di SCI, lo studio fornisce una soluzione innovativa per ridurre i bias di giudizio che possono derivare da metodi tradizionali e più soggettivi di valutazione della qualità del caffè.

Il caffè è una delle bevande più popolari e consumate al mondo, con un numero crescente di appassionati in tutto il mondo.

Tradizionalmente, la valutazione delle proprietà del caffè si è basata su membri di panel formati e questionari standardizzati, portando a potenziali distorsioni.

Questo studio segna il primo caso nella letteratura scientifica in cui i sensori indossabili sono stati impiegati per esaminare le risposte emotive implicite di giudici esperti di caffè.

“Questa ricerca potrebbe aprire una nuova prospettiva nell’analisi sensoriale della degustazione del caffè”, ha osservato Lucia Billeci, ricercatrice presso l’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (IFC-CNR) e autrice corrispondente dello studio.

“Oltre ai consueti questionari, i membri del panel e i giudici potrebbero essere dotati di dispositivi minimamente invasivi e possono essere monitorati in termini di emozioni che innescano risposte fisiologiche.”

Per monitorare le risposte fisiologiche, il team ha dotato i giudici di una competizione internazionale di degustazione di caffè a Milano di sensori per misurare l’attività elettrica del cuore, del cervello e della pelle.

Alessandro Tonacci, ingegnere biomedico presso l’IFC-CNR e autore principale dello studio, ha spiegato il significato dei segnali biomedici misurati.

“Abbiamo utilizzato il segnale elettrocardiografico (ECG), la risposta galvanica della pelle (GSR) e il segnale elettroencefalografico (EEG).

L’ECG misura l’attività elettrica del muscolo cardiaco ed è in grado di fornire informazioni sui rami del sistema nervoso autonomo, che sono responsabili rispettivamente dell’eccitazione e del rilassamento.

Il GSR è correlato all’attività elettrica della pelle umana, correlata agli stati emotivi, ed è sotto il controllo diretto del sistema nervoso simpatico.

Infine, l’EEG misura l’attività elettrica del cervello, misurata a livello del cuoio capelluto, e fornisce informazioni sull’attivazione e la connettività di e tra specifiche aree cerebrali”.

I risultati hanno rivelato correlazioni significative tra questi segnali biomedici e i dati ottenuti da questionari convenzionali in tutti i domini sensoriali, confermando la fattibilità dell’approccio per migliorare la valutazione della qualità del caffè.

Billeci ha osservato che i risultati potrebbero avere implicazioni più ampie nel campo del neuromarketing.

“Questo approccio, insieme al continuo progresso degli strumenti di intelligenza artificiale, ha il potenziale per guidare i consumatori nella selezione di miscele di caffè più soddisfacenti dal punto di vista emotivo. In definitiva, potrebbe anche influenzare gli utenti a scegliere prodotti più etici e sostenibili, pur mantenendo alti livelli di soddisfazione sensoriale”, ha affermato.

Il team sta ora cercando di attrarre finanziamenti per condurre altre indagini in specifici scenari di casi d’uso relativi alla produzione e alla distribuzione del caffè, oltre a guardare oltre il caffè.

“Stiamo ora conducendo altre indagini su diverse matrici biologiche relative a cibi e bevande, ad esempio in alcuni vini particolari,” ha osservato Billeci.

 

Foto: CNR