Spiega bene come il Centro si proponga di essere quasi una sorta di sensore che, operando nel mondo della Sanità, sia in grado di interagire con le amministrazioni, con le associazioni, le imprese operanti nel settore.

 

Uno sguardo sul CIRS, Tab Edizioni, 2021, pag. 108, € 10, ci tiene a mettere nella giusta evidenza il fatto che il medico, e insieme con lui tutto il personale sanitario, è parte della società e a nessuno è dato vivere lontano e avulsi da essa.

Quali siano i Padri Nobili del Cirs, Pacifici Noja, sembra ammettere apertamente dichiarando il proprio debito di riconoscenza per i sociologi della scuola americana, primi fra tutti  Talcott Parsons e Robert King Merton che hanno, così scrive Pacifici Noja, da “sempre messo in rilievo la necessità di una conoscenza sociologica per il progresso delle scienze sanitarie“.

Il Cirs è un centro di studi lontano dallo stile paludato e soffuso tipico di una visione d’antan della ricerca. Al CIRS, senza fraintendimenti è attribuito il compito, di realizzare la propria inclinazione quali che siano i fields of study istituzionali. Deve mantenere insomma un’attitudine generalista e quindi parlare con tutti quelli che Pacifici Noja, alludendo a Giuseppe De Rita, ama chiamare gente del quotidiano.

Il volume, in ossequio alla missione internazionale che il Cirs si propone di svolgere è pensato per un pubblico multilingue. Per questo il libro, agile di mole ma denso di contenuti, come si usa dire, traduce il manifesto CIRS oltre che in inglese e in francese anche in lingue meno diffuse come il bulgaro. Si comprende anche da questo l’aspirazione a fare “passare” il messaggio di investigazione e di studio ben al di là dei confini nazionali.  Il CIRS aspira insomma ad essere l’anello di congiunzione tra il mondo dell’accademia e il mondo che non veste la robe universitaire.

Non c’è bisogno di precisare che cosa il Covid abbia rappresentato per tutti. Il tributo altissimo in termini di vittime del virus su scala planetaria non è stata però la sola conseguenza della pandemia. Due anni di lock-down, la separazione della popolazione mondiale tra vax e no-vax, e soprattutto uno stop generalizzato sono, a mio avviso, alcuni degli elementi principali da segnalarsi.

Per due lunghi anni le produzioni cinematografiche e teatrali hanno dovuto interrompere le messe in scena, per due lunghi anni ogni evento, dalla presentazione di un libro ad un hearing di poesie, tutto è stato virtualizzato.

Abbiamo partecipato (virtualmente, s’intende) a inaugurazioni di case, festeggiamenti di anniversari, cerimonie di laurea. La distinzione, fatta da Blaise Pascal, tra in potenza e in atto riprende bene, anzi benissimo, quella tra reale e virtuale con cui, attraverso i testi di Maldonado, abbiamo imparato a familiarizzare.

Chi non ricorda la direzione geniale di Peter Weir nel Truman Show? Tutti siamo stati un po’ Jim Carrey con effetti, talora divertenti e in altri quasi comici. Al limite del caricaturale o, peggio, del grottesco. La nostra vita è stata messa on line. E novelli ospiti di un Grande Fratello multimediale abbiamo imparato ad adottare accorgimenti (minimi) per tutelare noi stessi, la nostra privacy e quella dei nostri familiari ed amici.

La virtualità cerca però di supplire, anche se non completamente, a questa difficoltà che è oggettiva. Ma se, come si usa dire, aumenta, come ci ha insegnato Edward T. Hall, la “bolla prossemica”, occorre al contempo rinvenire quelli che il mondo anglosassone definisce tools -strumenti cioè destinati a innovare in permanenza- e che sono destinati a condizionare sempre di più la vita di individui e gruppi sociali.

Il volume dedicato al CIRS spiega bene come il Centro si proponga di essere quasi una sorta di sensore che, operando nel mondo della Sanità, sia in grado di interagire con le amministrazioni, con le associazioni, le imprese operanti nel settore della sanità, le amministrazioni sanitarie centrali e locali.

Il recente passato ci ha abituato al superamento delle distanze fisiche (“distanze (a)sociali”) tra gli individui.  Quello spirito diretto a conferire lo slancio necessario ad ogni centro di ricerca per svolgere ogni         ricerca sociale. Linee-guida e princìpi cui il Cirs, come si capisce dalla lettura del volume, intende ispirare la propria attività e quella dei propri ricercatori.

 

                                Sara Barberini