Grazie al rinvenimento di impronte fossilizzate lasciate da cuccioli e madri nel tardo Pleistocene.

 

In un sito spagnolo sono state individuate 34 distinte areee con impresse impronte fossilizzate di elefanti dalle zanne dritte (Palaeoloxodon antiquus il nome scientifico) che popolavano l’Europa meridionale tra i 130 mila e i 12 mila anni fa e molto simili agli attuali elefanti africani.

Gli studiosi hanno attribuito le ipronte a questa specie studiandone la forma e, basandosi su lunghezza e profondità, sono stati in grado di risalire alla loro massa e altezza, clacolandone quindi l’età.

Crediti: Neto de Carvalho et al.‎

 

Sono state identificate le impronte di 14 cuccioli con età compresa tra zero e due anni e del peso tra 70 e 200 chili, otto giovani eseplari tra i due e sette anni e sei adolescenti tra gli otto e i 15 anni. Tutto questo ha fatto pensare che il luogo, un tempo contenente uno stagno e circondato da una ricca vegetazione di cui gli elefanti si nutrivano, fosse un posto dove le mandrie di elefanti convergevao per riprodursi e allevare i piccoli, incapaci di percorrere lunghe distanze alla ricerca di altre fonti di cibo.

Ipotesi corroborata dal fatto che i ricercatori hanno trovato anche impronte lasciate da tre femmine adulte vicino a quelle dei piccoli e solo pochissime, larghe più di 50 centimetri, attribuibili a maschi di oltre sette tonnellate.

Ma gli elefanti dalle zanne dritte non erano i soli a popolare quel luogo: sono state trovate infatti impronte di un camminamento di cervi e di uomini di Neanderthal, attratti là dalla selvaggina e di cui i piccoli elefanti costituivano parte del loro menù. Questa specie di lefanti è stata l’ultima a calcare il suolo euopeo.