Si tratta di un falso mito da sfatare: la infertilità sine causa non esiste.

L’infertilità sine causa viene spesso collegata all’impossibilità assoluta di concepire. L’approccio diagnostico e le opzioni terapeutiche oggi disponibili consentono invece di affrontare qualsiasi tipo di infertilità. Ne parliamo con il Prof. Mario Mignini Renzini, Direttore Medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi e Responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato

L’infertilità è un problema che, secondo i recenti dati del Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita curato dall’Istituto Superiore della Sanità, riguarderebbe circa il 15% delle coppie italiane. Secondo recenti statistiche, un’elevata percentuale di casi di infertilità di coppia – circa il 20% – non è attribuibile ad alcuna causa nota ed evidente. Si parla, in questi casi, di infertilità idiopatica, una condizione che, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, ricorre quando non sussiste un fattore accertabile, che determini il mancato concepimento.

In passato si investivano molto tempo e risorse nella diagnosi relativa alle possibili cause di infertilità e l’indagine più approfondita aveva quasi sempre come oggetto la donna. Questo avveniva principalmente a causa di una minore disponibilità di opzioni terapeutiche e tecniche in grado di affrontare qualsiasi caso di infertilità. “Oggi, presso il Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi di Monza, seguendo i migliori standard a livello internazionale, cerchiamo di portare a termine rapidamente l’iter diagnostico e tendiamo a concentrarci sulle possibili soluzioni, che vengono valutate in base all’anamnesi specifica di ogni paziente. Esistono infatti terapie chiare ed efficaci per problematiche diffuse, che possono essere modulate per ogni singolo caso specifico.” spiega il Dott. Mignini Renzini. “Non è fermandosi alla diagnosi che si migliora l’esito dei trattamenti, ma è importante partire da fattori chiave quali l’età della donna e il tempo trascorso senza raggiungere la gravidanza, per riuscire a determinare la terapia e la tempistica più idonea per ogni coppia”.

 

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