La scienza si interroga sul perché sembrano immuni al virus.
A Genova una paziente di 102 anni è guarita dal Covid-19 dopo il ricovero in terapia intensiva ed è stata intervistata anche dalla CNN. In Sardegna a parte il limitato contagio da coronavirus che si sta registrando nonostante i numerosi milanesi che vi si sono trasferiti (seconde case) al momento del blocco degli spostamenti e della quarantena per tutti, non risulta un centenario colpito.
C’è il caso di un 91enne, un “giovane” rispetto alle zone da record per numero di “matusalemme” in buona salute. “Se sono in buona salute a quell’età dimostra che hanno meccanismi organici, metabolici, psicologici ancora funzionanti. Per esempio, quasi sempre hanno una pressione massima del sangue bassa naturalmente e non hanno mai avuto nella vita problemi gastrointestinali”, dice Elio Musco, geriatra e neuropsichiatra fiorentino.
Quindi, vero che il Covid-19 colpisce e uccide più facilmente gli anziani, dai 65 anni in su, questo in particolare in Italia, ma di solito sono anche anziani con altre patologie tenute sotto controllo da farmaci, pazienti cronici il cui equilibrio salta con l’infezione da coronavirus. E probabilmente, se si approfondisce, c’è anche una causa di natura organizzativa sbagliata visto il numero di infettati nelle residenze per anziani, dove i contagiati non andavano lasciati né tantomeno concentrati. Anche diversi operatori sanitari e medici sono stati contagiati in queste realtà. E questo non solo in Italia.
Ma torniamo a quanto accade in Sardegna, una protezione dal virus che non può derivare da un’immunizzazione acquisita essendo Covid-19 un virus nuovo ma probabilmente da uno scudo genetico, da modifiche genetiche avvenute in passato per sopravvivere alla piaga malaria. Ipotesi questa che dovrebbe mettere subito in moto la scienza anche ai fini di una riapertura delle attività lavorative, economiche: sapere di avere persone che naturalmente non si ammalano significa partire già con un potenziale di ripresa più elevato. In fin dei conti persone simili esistevano anche all’epoca dell’incurabile peste nera di manzoniana memoria: i “monatti” lavoravano perché immuni, non si ammalavano e il perché nel 1630 era impensabile scoprirlo.
La Sardegna per esempio potrebbe essere la Regione che torna prima in attività. E comunque individuare qual è lo scudo può servire anche a individuarlo in altre persone, in Italia e all’estero. Si ipotizza sia nella mutazione genetica anti-malaria che porta al difetto metabolico causa del “favismo”. Le donne ne sono portatrici, gli uomini ne sono più affetti perché è una mutazione nel cromosoma femminile X che negli uomini è uno solo, e quindi se mutato si esprime al 100%. E chissà se questo non sia anche il motivo della prevalenza di centenari maschi che caratterizza l’isola. Gli anziani secolari.
I fatti. Con 874 casi totali e 41 vittime, la Sardegna è una delle Regioni d’Italia meno colpite dall’epidemia di coronavirus. È di 74 anni l’età media delle persone morte in Sardegna per coronavirus. Il più giovane aveva 42 anni, il più anziano 91. Nessun centenario.
Altri fatti: i farmaci in sperimentazione in tutto il mondo. Perché? Perché a parte quelli nati per combattere i virus, quattro, anche vecchi, sono nati e sono utilizzati per curare o alleviare altre patologie: malaria, artrite reumatoide, diabete, sclerosi multipla (interferone beta).
Ed ecco di che cosa soffrono di più i sardi rispetto al resto d’Italia: malaria in un lontano passato e favismo mediterraneo oggi, artrite reumatoide, sclerosi multipla. Un caso? “Forse no – dice Stefania Ruju, ricercatrice in biomedicina del CNR -, vale la pena indagare e presto”.
Ora il favismo è un’alterazione di natura genetico-ereditaria nella produzione di un enzima del metabolismo dello zucchero, glucosio (di qui anche l’attenzione ai farmaci per il diabete di tipo 2 nell’affrontare il Covid-19).
Che cosa fare allora per sapere se esiste un’immunità naturale o comunque un’infezione senza sintomi (e questo è importante per sapere se un asintomatico può infettare altri)?
“Vedere la risposta del sistema immunitario con la tipizzazione linfocitaria (cioè vedere quali cellule di difesa si attivano e di quale tipo, informazioni fondamentali per dare risposte alle ipotesi). Quindi, test sierologici, tipizzazione delle immunoglobuline IgG e IgM per distinguere se è un contagiato iniziale e se è un asintomatico. Al San Martino di Genova, per esempio, lo stanno facendo. Associato alla misurazione delle IgM il tampone faringeo”, risponde la Ruju.
Perché sottolinea faringeo? “Perché si stanno facendo tamponi diversi a livello nazionale, alcuni nasali altri faringei. Ma il virus replicante a livello nasale potrebbe non essere trovato e quindi dare un risultato negativo, nella faringe invece c’è sempre. Oggi sappiamo con certezza che il virus replicante non c’è nel sangue e nelle urine, mentre nelle feci si può trovare Rna del virus ma non il virus replicante. Nel naso, Rna ma rare tracce del virus replicante, quindi il tampone può risultare negativo. Soltanto il tampone faringeo è attendibile”.
Chi sono i “favici”? “Sono individui che esprimono una forte carenza dell’enzima G6PD (enzima glucosio 6 fosfato deidrogenasi, il cui gene è sul cromosoma X, le donne che come assetto cromosomico sono XX possono essere portatrici ma non affette da favismo se una X è sana, gli uomini se figli di portatrici sono malati. Maggiormente colpiti da favismo ma meno colpiti da Covid-19, pur essendo uomini”, spiega la ricercatrice CNR, che propone uno studio attraverso questionari associabili a kit sierologici.
Stefania Ruju poi risponde alla nostra domanda iniziale: “La maggior parte dei centenari sardi è carente nell’enzima G6PD”.
Del favismo esiste una variante mediterranea (la più alta percentuale in Sardegna) e una variante africana. E chissà se non è questa la risposta anche agli immigrati di colore che non si ammalano gravemente e all’Africa che preoccupa molto l’OMS ma che finora non sembra subire nei numeri l’effetto pandemico.
Stefania Ruju conclude: “Abbiamo oggi la grande possibilità in Sardegna di misurare la reazione esagerata al virus, l’alterazione nel rapporto tra i vari linfociti, di individuare chi può tornare a contagiare, quale immunità persiste dopo un mese, due mesi… eccetera. Così programmare una riapertura delle attività regolamentata, in sicurezza”.
Una proposta da sottoporre al governo e da far partire il prima possibile.
A proposito di centenari, al 1° gennaio 2019 in Italia erano 14.456 le persone che avevano compiuto i 100 anni di età, donne nell’84% dei casi.Tra i centenari, ben 1.112 hanno avevano raggiunto e superato i 105 anni di età al 1° gennaio 2019. L’87% è di sesso femminile. I supercentenari (oltre i 105 anni) vivi al 1° gennaio 2019 erano 21, raddoppiati rispetto al 2009 quando se ne contavano 10.
Infine, di nuovo malaria nella storia di questa pandemia. Per cercare di risalire all’origine del Covid-19 si deve ripartire sempre da Wuhan. Dal 18 al 27 ottobre 2019 nella città cinese si sono svolti i Giochi militari mondiali alla loro settima edizione. Oltre 10.000 atleti da 140 Paesi del mondo pronti a cimentarsi nelle prove di 27 discipline diverse, per un totale di oltre 300 eventi. Che cosa è accaduto in quei giorni? Racconta il direttore dell’ospedale di Wuhan, Zhang Dingyu: “Sono stati ricoverati degli sportivi, fra ottobre e novembre, per un contagio da ‘malaria’. Strano no, ed è stato subito attuato un piano di emergenza per le malattie infettive, con relativo isolamento disposto per i pazienti infetti. Tutto addebitato allora alla malaria, importata da ospiti stranieri”. Ma si trattava di malaria o di Covid-19? Il dubbio, su date e situazione sanitaria, ci riporta sempre a Wuhan. Ma retrodata il virus a ottobre e mette in collegamento i due eventi: quella diagnosi di malaria e l’allora non conoscenza del virus divenuto un’epidemia. E apre all’ipotesi iniziale che il virus usi i stessi meccanismi della malaria per entrare nelle cellule umane e moltiplicarsi, quindi chi è protetto dalla malaria potrebbe esserlo anche da Covid-19. Potrebbe venire contagiato ma non ammalarsi, potrebbe risultare positivo ma non avere sintomi… Tante ipotesi a cui sarebbe importante rispondere, a vantaggio di tutto il mondo.