Testato sulle scimmie ha positivamente ridotto sensibilmente i movimenti involontari e incontrollati tipici della malattia.

 

 

 

Un farmaco sperimentale, chiamato NLX-112, è risultato essere un potenziale promettente trattamento contro la malattia di Parkinson, per la quale al momento non esiste una cura definitiva.

È stato trovato dalla azienda biotecnologia americana Neurolixis grazie agli stanziamenti dell’organizzazione Parkinson’s UK. Il farmaco agisce contro effetti collaterali indotti da medicinali a base di L-DOPA, un amminoacido usato per trattare la malattia, ma che dopo qualche anno genera la diskinesia, cioè la comparsa di movimenti incontrollati e involontari in varie parti del corpo.

Circa il 50% dei pazienti che assumono L-DOPA sperimenta la diskinesia entro cinque anni e raggiunge l’80% in dieci anni. C’è un farmaco, l’amantadina, per combattere la diskinesia, ma causa anch’esso effetti collaterali e comunque non funziona per tutti i pazienti.

Si è arrivati così a scoprire NLX-112, che agisce sulle cellule cerebrali che producono in modo irregolare la dopamina, e che si ritengono responsabili della diskinesia, facendo diminuire il rilascio di questa molecola.

Il farmaco è stato testato su scimmie con sintomi tipici da diskinesia dopo che era stata somministrata loro L-DOPA, proprio come succede sull’uomo.

È risultato che NLX-112 in associazione con L-DOPA riduce di molto i sintomi della malattia, senza ridurre l’effetto di L-DOPA come fanno altri farmaci. Usato da solo, invece, ha mostrato di migliorare i problemi di movimento.

Come affermano i ricercatori sulla rivista Neuropharmacology il farmaco ha quindi il potenziale per essere usato non solo nella cura della diskinesia, ma anche come trattamento per migliorare i problemi di movimento del Parkinson. Il che gioverebbe non di poco a migliorare la qualità delle vita dei malati.

Poiché NLX-112 è già stato testato in precedenza nelle persone diabetiche per trattare il dolore e risulta sicuro e ben tollerato, il farmaco è pronto per la sperimentazione clinica di fase II, quella cioè sull’uomo.

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