Uno studio italiano sulla genetica di questa condizione.
La depressione è una patologia multifattoriale, dovuta sia ad una componente genetica che ambientale. Per quanto riguarda i fattori ambientali, recenti studi hanno suggerito come i traumi infantili possano favorire l’insorgere di questa patologia psichiatrica.
Partendo da qui, Nadia Cattane, ricercatrice presso il laboratorio di Psichiatria Biologica dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, studierà per due anni i meccanismi di interazione gene-ambiente nello sviluppo della depressione, in seguito ad un’esposizione dell’individuo ad eventi stressanti e traumatici nei primi anni di vita, analizzando in particolare come i traumi infantili possano agire sul gene FoxO1, che è un gene coinvolto nei processi infiammatori.
«Questo progetto di ricerca mira ad identificare FoxO1 come biomarcatore associato alla vulnerabilità allo stress o ai traumi nelle prime fasi di vita – spiega la ricercatrice -, in grado di aumentare il rischio di sviluppare depressione nell’età adulta. Questo potrebbe permettere di identificare precocemente quei soggetti esposti ad eventi stressanti e traumatici nell’infanzia o nella prima adolescenza e quindi maggiormente vulnerabili, che potrebbero trarre beneficio da interventi farmacologici e psicoterapici precoci e mirati».
Il progetto, che durerà 24 mesi, è stato finanziato dalla Brain & Behavior Research Foundation, un’associazione americana che investe nelle neuroscienze e nella ricerca in psichiatria per comprendere al meglio le cause dei disturbi mentali e comportamentali.
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