Quando sono esposte allo stress, le persone con disturbo da uso di alcol coinvolgono parti del cervello associate sia allo stress che alla dipendenza, il che può indurli a bere o desiderare l’alcol dopo un’esperienza stressante. Lo studio di imaging cerebrale di persone con disturbo da uso di alcol ha anche scoperto che il cervello delle donne risponde in modo diverso ai fattori di stress rispetto al cervello degli uomini, mostrando una maggiore attivazione dell’amigdala e delle aree del cervello correlate al disturbo da uso di alcol.

 

Quando sono esposte allo stress, le persone con disturbo da uso di alcol coinvolgono parti del cervello associate sia allo stress che alla dipendenza, il che può indurli a bere o desiderare l’alcol dopo un’esperienza stressante, suggeriscono gli autori di uno studio pubblicato su Alcohol: Clinical and Experimental Research.

Lo studio di imaging cerebrale di persone con disturbo da uso di alcol ha anche scoperto che il cervello delle donne risponde in modo diverso ai fattori di stress rispetto al cervello degli uomini, mostrando una maggiore attivazione dell’amigdala e delle aree del cervello correlate al disturbo da uso di alcol.

I risultati possono migliorare la comprensione dei meccanismi neurali associati al disturbo da uso di alcol, anche tra le donne, i cui tassi di disturbo da uso di alcol, binge drinking e uso di alcol sono aumentati notevolmente negli ultimi anni.

Lo stress spesso innesca il consumo di alcol e la ricaduta nelle persone con disturbo da uso di alcol.

Ricerche precedenti hanno dimostrato che il disturbo da uso di alcol e lo stress causano cambiamenti in aree sovrapposte del cervello in un modo che può inibire la capacità di una persona di far fronte allo stress e portare a un uso continuato di alcol.

Per questo studio, i ricercatori hanno cercato di esaminare come il cervello delle persone con disturbo da uso di alcol da moderato a grave risponde ai fattori di stress acuti.

La risonanza magnetica funzionale (fMRI), utilizzata per identificare le parti del cervello impegnate durante l’esecuzione di diversi compiti, ha esaminato quali regioni cerebrali vengono attivate durante una condizione di stress.

Durante la risonanza magnetica, ai partecipanti è stata assegnata una serie di compiti sotto forma di problemi matematici di varia complessità, insieme a feedback negativi e pressione sociale per migliorare le loro prestazioni.

Sia negli uomini che nelle donne, l’esposizione alla condizione di stress ha attivato i neurocircuiti cerebrali associati allo stress.

Durante la condizione di stress, il cervello delle donne ha mostrato una maggiore attivazione dell’amigdala, che è responsabile della reazione del corpo alle minacce.

C’è stata anche una maggiore attivazione nelle donne rispetto agli uomini nelle aree del cervello responsabili della regolazione emotiva e dell’elaborazione autoreferenziale.

L’attivazione in queste aree potrebbe segnalare, ad esempio, che i partecipanti pensano alle loro prestazioni, confrontando le loro prestazioni con quelle degli altri e regolando le loro emozioni legate alle scarse prestazioni.

I partecipanti di sesso femminile hanno riportato livelli di ansia più elevati rispetto ai partecipanti di sesso maschile prima della scansione.

I partecipanti di sesso maschile, tuttavia, hanno riportato un maggiore stress a seguito del fattore di stress rispetto alle donne e hanno anche mostrato una minore attivazione nelle aree del cervello relative all’elaborazione autoreferenziale e alla regolazione emotiva, suggerendo che il maggiore uso da parte delle partecipanti di sesso femminile dell’elaborazione regolatoria di ordine superiore in risposta al fattore di stress potrebbe aver portato a sentirsi meno stressati rispetto agli uomini dopo la scansione.

Venticinque partecipanti, 15 uomini e 10 donne, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, con un’età media di 43 anni, sono stati inclusi nello studio.

Nello studio non ci sono state differenze demografiche, uso di sostanze, uso di alcol o cliniche significative tra uomini e donne.

Questo studio faceva parte di un più ampio studio farmacologico in cui alcuni partecipanti stavano assumendo un farmaco antinfiammatorio che potrebbe aver influenzato le risposte neurali e comportamentali allo stress.

Studi futuri potrebbero misurare gli indicatori biologici dello stress, come i livelli di cortisolo.