In pazienti con degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età (nAMD) ed edema maculare diabetico (DME) aflibercept 8 mg, con intervalli di trattamento prolungati fino a 12 o 16 settimane, ha dimostrato miglioramenti dell’acuità visiva non inferiori rispetto allo standard di cura aflibercept 2 mg, somministrato ogni 8 settimane, alla settimana 48.
The Lancet ha pubblicato i dati dei due studi clinici per aflibercept 8 mg. Si tratta dello Studio registrativo di Fase III PULSAR nella degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età (nAMD) e dello Studio di Fase II/III PHOTON nell’edema maculare diabetico (DME), nel primo anno di trattamento (settimana 48).
Entrambi gli studi hanno raggiunto l’endpoint primario di non inferiorità in termini di acuità visiva (BCVA – best corrected visual acuity) con aflibercept 8 mg, somministrato ogni 12 o 16 settimane, rispetto ad aflibercept 2 mg, somministrato ogni 8 settimane, dopo le dosi mensili iniziali.
La degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età (nAMD) è una malattia dell’occhio che progredisce rapidamente e che, se non trattata, può portare alla perdita della vista in pochi mesi.
La nAMD è una delle principali cause di cecità irreversibile e di riduzione della vista in tutto il mondo e colpisce le persone in età avanzata. Questa malattia si manifesta quando sotto la macula, la parte dell’occhio che consente la visione centrale nitida insieme ai dettagli, proliferano vasi sanguigni anomali, perdendo liquido.
Questo fluido può danneggiare e cicatrizzare la macula, causando la perdita della vista.
Nel mondo 196 milioni di persone sono affette da AMD e si prevede che questa cifra arriverà a 288 milioni entro il 2040. Circa il 10-15% delle persone affette da AMD svilupperà la forma avanzata nAMD.
L’edema maculare diabetico (DME) è una complicanza oculare comune delle persone affette da diabete.
La patologia si verifica quando gli elevati livelli di zucchero nel sangue danneggiano i vasi sanguigni dell’occhio, che rilasciano liquido nella macula. Questo può portare alla perdita della vista e, in alcuni casi, alla cecità.
Attualmente in tutto il mondo soffrono di retinopatia diabetica (RD) 146 milioni di persone, patologia che può evolvere in una condizione più grave, l’edema maculare diabetico (DME), colpisce circa 21 milioni di persone a livello globale.
Aflibercept 8 mg ha dimostrato una durata d’azione senza precedenti nella maggior parte dei pazienti: il 77% dei pazienti affetti da nAMD e l’89% di quelli con DME ha mantenuto intervalli tra le iniezioni pari a 16 settimane con aflibercept 8 mg, con una media di 5 iniezioni, fino alla settimana 48 (rispetto alle 7-8 iniezioni con aflibercept 2 mg con intervalli fissi tra le somministrazioni di 8 settimane).
Nel gruppo di pazienti trattati con intervalli tra le iniezioni pari a 12 settimane, il 79% di quelli con nAMD e il 91% di quelli con DME ha mantenuto questo intervallo con aflibercept 8 mg con una media di 6 iniezioni, fino alla settimana 48. Il profilo di sicurezza di aflibercept 8 mg è risultato coerente con quello di aflibercept 2 mg.
“Negli studi clinici, aflibercept 8 mg ha dimostrato benefici significativi e clinicamente rilevanti, permettendo ai pazienti di ottenere un controllo duraturo della malattia. Ciò significa che il farmaco è in grado di offrire guadagni visivi con intervalli di trattamento prolungati e un controllo dei fluidi rapido e mantenuto nel tempo, con un profilo di sicurezza paragonabile al farmaco di confronto aflibercept 2 mg” ha dichiarato il Professor Paolo Lanzetta, Presidente del Dipartimento di Oftalmologia dell’Università di Udine, e componente del Comitato direttivo degli studi clinici.
“La non aderenza ai trattamenti rimane una sfida importante per pazienti con malattie della retina, dovuta alla necessità di sottoporsi a frequenti iniezioni e visite presso gli ambulatori oculistici. Aflibercept 8 mg ha la possibilità di ridurre il burden della malattia e del trattamento, prolungando gli intervalli tra le somministrazioni. Ciò può contribuire a migliorare la compliance e, in ultima analisi, a migliorare i risultati per i pazienti”, ha dichiarato la Professoressa Sobha Sivaprasad, consulente oftalmologa del Moorfields Eye Hospital di Londra, e componente del Comitato direttivo dello studio PHOTON.
I risultati ottenuti dimostrano che Aflibercept 8 mg è la risposta ai bisogni insoddisfatti nell’ambito del trattamento delle patologie retiniche, raggiungendo il Sustained Disease Control (SDC), per un controllo maggiore e più duraturo dell’attività della malattia rispetto ai trattamenti attuali, che potrebbe migliorare la qualità di vita dei pazienti e la pratica clinica dei medici.
PULSAR e PHOTON sono i primi studi clinici randomizzati e controllati che confrontano aflibercept 8 mg con lo standard di cura aflibercept 2 mg nella nAMD e nel DME.
I risultati degli Studi PULSAR e PHOTON, pubblicati su The Lancet, forniscono un’importante evidenza dei risultati funzionali e anatomici di aflibercept 8 mg, con intervalli tra le somministrazioni prolungati, rispetto ad aflibercept 2 mg, fino alla settimana 48.
In entrambi gli studi, aflibercept 8 mg (nei gruppi con somministrazioni ogni 12 o 16 settimane) ha raggiunto l’endpoint primario di non inferiorità in termini di variazione della miglior acuità visiva corretta (BCVA – best corrected visual acuity), dimostrando risultati comparabili rispetto allo standard di cura aflibercept 2 mg (somministrazioni ogni 8 settimane). PULSAR: +6,7 (12,6) e +6,2 (11,7) lettere nel braccio aflibercept 8 mg a 12 e 16 settimane rispettivamente, e +7,6 (12,2) lettere nel braccio aflibercept 2 mg. PHOTON: +8,8 (9,0) e +7,9 (8,4) lettere nel braccio aflibercept 8 mg a 12 e 16 settimane, e +9,2 (9,0) nel braccio aflibercept 2 mg.
Oltre all’acuità visiva, in entrambi gli studi sono stati valutati, come endpoint secondari, gli esiti anatomici. Nello studio PULSAR il braccio aflibercept 8 mg ha dimostrato un controllo del fluido retinico maggiore e statisticamente significativo, con assenza nel 63% dei pazienti di fluido retinico nel sottocampo centrale, rispetto al 52% del braccio aflibercept 2 mg, alla settimana 16. Il controllo del fluido è stato mantenuto fino alla settimana 48.
Nello Studio PHOTON, nei pazienti affetti da DME che hanno ricevuto aflibercept 8 mg con intervalli di 12 o 16 settimane, sono state ottenute riduzioni nella variazione media dello spessore retinico centrale (CRT) simili rispetto a quelle ottenute nei pazienti trattati con aflibercept 2 mg, alla settimana 48.
In entrambi gli studi, il profilo di sicurezza di aflibercept 8 mg si è dimostrato coerente con quello di aflibercept 2 mg. Il numero di pazienti con infiammazione intraoculare (IOI) è stato basso in tutti i gruppi di trattamento, e non sono stati riportati casi di endoftalmite o vasculite retinica. Non vi è, inoltre, stata alcuna differenza nelle percentuali di aumento della pressione intraoculare rispetto ad aflibercept 2 mg.
I principali sponsor degli studi sono stati Bayer per PULSAR e Regeneron per PHOTON.
Aflibercept 8 mg è stato approvato dall’FDA nell’agosto 2023, successivamente in Svizzera e US.
Nel gennaio 2024, aflibercept 8 mg (114,3 mg/ml soluzione iniettabile) è stato approvato nell’UE, nel Regno Unito in Giappone e a febbraio in Canada e in Arabia Saudita per il trattamento della nAMD e della DME. Bayer ha presentato domande di autorizzazione per aflibercept 8 mg in altri paesi.
PULSAR e PHOTON sono studi registrativi randomizzati, in doppio cieco, con controllo attivo. Entrambi gli studi sono stati condotti in più centri a livello globale con disegni ed endpoint simili.
Lo Studio di Fase III PULSAR nella nAMD e lo Studio di Fase II/III PHOTON nella DME hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di aflibercept 8 mg somministrato ogni 12 o 16 settimane rispetto ad aflibercept 2 mg, somministrato ogni 8 settimane, dopo le dosi mensili iniziali, con l’endpoint primario di non inferiorità in termini di acuità visiva (BCVA – best corrected visual acuity) alla settimana 48.
I dati a due anni segnano la fine dello studio in doppio cieco (settimana 96) con la possibilità di estendere gli intervalli di trattamento fino a 24 settimane.
Gli studi prevedono un prolungamento opzionale di 1 anno, in aperto, fino alla settimana 156.
I pazienti di entrambi gli studi clinici sono stati randomizzati al basale e assegnati a tre diversi bracci.
Complessivamente, nei due studi, 1.164 pazienti sono stati trattati con aflibercept 8 mg.
Tutti i pazienti trattati con aflibercept 8 mg sono stati visitati periodicamente e valutati sulla base di criteri per la modifica dell’intervallo tra i trattamenti (DRM – dosing regimen modification).
Tali criteri sono stati rigorosi, clinicamente rilevanti e incentrati sul paziente, e sono stati applicati a partire dalla settimana 16, per tutta la durata dello studio.
Nel primo anno, i pazienti dei gruppi aflibercept 8 mg potevano ridurre gli intervalli delle somministrazioni fino a 8 settimane se venivano soddisfatti i criteri DRM di progressione della malattia.
Gli intervalli non potevano essere estesi fino al secondo anno dello studio.
Nel secondo anno, gli intervalli tra i trattamenti potevano essere estesi per i pazienti trattati con aflibercept 8 mg se venivano soddisfatti i criteri di DRM.
I pazienti del gruppo di confronto, trattati con aflibercept 2 mg hanno, invece, mantenuto un regime di somministrazione fisso di 8 settimane per tutta la durata della partecipazione agli studi. Gli sponsor principali degli studi erano Bayer per PULSAR e Regeneron per PHOTON.