in Italia la prima conferenza europea che vede riuniti esperti da tutto il mondo, l’occasione per fare il punto e iniziare a lavorare alle linee guida. Conosciuta negli stati uniti come sindrome di Gould, spesso si manifesta con ictus ischemici o emorragici già in età perinatale. Sono stati pubblicati 500 casi nel mondo e si contano meno di 60 pazienti in Italia. È italiana l’unica associazione, in Europa, di famiglie con sindrome COL4A1-A2 ed è stata proprio l’Associazione ad organizzare la Conferenza europea. Alla guida due sorelle, mamma e zia di un bambino con la sindrome COL4A1-A2: «Associazione non significa piangere insieme ma lottare insieme. E noi abbiamo deciso di fare rete, per aiutare le famiglie, per aiutare i medici a mettere insieme le competenze, per accelerare le Linee Guida. Solo così possiamo sperare che la Ricerca possa iniziare i primi passi verso una terapia».
La sindrome COL4A1-A2 è così rara e così poco conosciuta da non avere nemmeno un nome.
Negli Stati Uniti la chiamano la “sindrome di Gould” dal ricercatore che, per primo l’ha scoperta.
E’ una malattia che colpisce i geni COL4A1 e COL4A2 ed è proprio per colpa di quella mutazione che ci sono neonati che già presentano ictus ischemici o emorragici.
E’ interessato il cervello ma non solo.
La sindrome è complessa, variegata, ha così tanti aspetti e sintomi che se non la conosci non sai nemmeno di doverla andare a cercare.
Non c’è una cura. Ma c’è la speranza che qualcosa inizi a muoversi.
Almeno nella conoscenza. Grazie all’Associazione Famiglie Sindrome COL4A1-A2 – unica in Europa – che ha organizzato a Roma, al Senato, la prima Conferenza Europea sulla sindrome COL4A1-A2 alla quale prenderanno parte i massimi esperti italiani e mondiali. Douglas Gould compreso.
«La sindrome COL4A1-A2 è una malattia rara ma anche molto sotto diagnosticata. E’ difficile per una famiglia arrivare ad una diagnosi perché si manifesta in modo davvero multiforme in quanto colpisce soprattutto a livello cerebrale ma non solo. E non solo i bambini. E’ complicato per gli stessi medici venirne a capo. E anche una volta avuta la diagnosi è difficile per le famiglie poter gestire la situazione perché gli specialisti da coinvolgere sono tanti e non c’è, ad oggi, una rete. Per questo abbiamo deciso di organizzare questa Conferenza, per fare il punto sulle conoscenze e iniziare a gettare le basi delle Linee Guida» spiegano Simona e Francesca Manodoro, presidente e vicepresidente dell’Associazione ma anche zia e mamma di Samuele, un bambino di 11 anni colpito da una grave forma della sindrome.
«Ancora oggi arrivare ad una diagnosi di sindrome del COL4A1-A2 non è immediato – spiega Simona Orcesi, Responsabile del Centro di Neurologia della Prima Infanzia all’Istituto IRCCS Fondazione Mondino di Pavia e Professore Associato in Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pavia – perché è necessario che qualcuno metta insieme il puzzle dei tanti sintomi e decida di andare a cercare una possibile causa genetica.
Il primo campanello d’allarme viene dai sintomi e dalla risonanza magnetica ma la conferma viene solo dalla genetica, oggi dall’analisi Ngs (Next Generation Sequencing).
Ci sono pazienti in cui, grazie a questa analisi genetica che è in grado di analizzare tutto il DNA codificante (il cosiddetto “esoma”), è stata trovata la mutazione del gene COL4A1 o COL4A2 anche se non si stava cercando proprio questa in particolare, perché nessuno ci aveva pensato.
Il quadro è così complesso e allo stesso tempo così sconosciuto che non esiste una casistica ben definita che ci permette di classificare sintomi e decorso.
Allo stato attuale riteniamo che nei bambini con cataratta congenita precoce, emorragia cerebrale perinatale senza una causa o calcificazioni cerebrali, per esempio, è opportuno sospettare la sindrome COL4A1/A2. A volte davanti ad un neonato con emorragia cerebrale ci si limita a dare la colpa ad un parto difficile e non si indaga ulteriormente».
La sindrome COL4A1-A2 è una malattia genetica molto rara che può manifestarsi già durante il periodo prenatale o anche in età adulta.
Può manifestarsi con quadri gravi ad insorgenza precoce a casi lievi paucisintomatici.
Interessa il gene COL4A1 o COL4A2 (collagene di tipo IV alfa 1 e alfa 2), componente principale di quasi tutte le membrane basali.
Per questo una mutazione del gene COL4A1 o A2 causa un disturbo che può colpire qualsiasi organo ma, tipicamente, si associa alla malattia dei piccoli vasi cerebrali, un disordine trasmesso come carattere autosomico dominante, cioè si eredita una copia normale di un gene da un genitore e una copia mutata dall’altro genitore (spesso clinicamente sano).
Ma ci sono anche casi di mutazione “de novo” dove, cioè, la mutazione non è presente nei genitori.
Le manifestazioni, molto variabili, sono soprattutto a carico del Sistema Nervoso Centrale (emi-tetra-paresi, crisi epilettiche, disabilità intellettiva di grado variabile, disturbi motori, cefalea) e derivano da alterazioni vascolari.
Ci possono, inoltre, essere associati manifestazioni a livello oculare (come per esempio, cataratta congenita, glaucoma, arteria retinica tortuosa, atrofia ottica), renale (cisti, ematuria e glomerulopatia), epatico (cisti), cardiovascolare (anomalie del ritmo cardiaco, prolasso della valvola aortica mitralica), ematologico (anemia emolitica) e fenomeno di Raynaud.
E’ indubbio che l’organo più colpito sia il cervello, infatti una delle conseguenze più frequenti è l’alterazione del collagene dei vasi cerebrali che determina stroke/emorragie e alterazioni della sostanza bianca (leucoencefalopatie).
Inoltre, molti dei pazienti soffrono di epilessia. Le conseguenze cliniche più frequenti sono: difficoltà motorie, disturbi visivi – sia causati da problemi oculari che da lesioni cerebrali che coinvolgono le vie visive, disturbi del linguaggio e problemi cognitivi.
Per la sindrome COL4A1-A2 ad oggi non ci sono cure.