Le pianure aperte potrebbero aver facilitato lo sviluppo del linguaggio degli ominidi primitivi.
Le pressioni evolutive derivanti dalla trasformazione di fitte foreste in pianure aperte durante il Miocene potrebbero aver influenzato gli antichi ominidi a passare dai richiami basati sulle vocali a quelli basati sulle consonanti.
È quanto suggerisce uno studio sui richiami degli oranghi moderni. I risultati, pubblicati su Scientific Reports, forniscono informazioni sullo sviluppo evolutivo della comunicazione dei primi ominidi.
Il cambiamento climatico nel Miocene medio e superiore (tra 5,3 e 16 milioni di anni fa) ha portato a vaste praterie aperte che hanno sostituito le foreste in Africa, il che ha portato gli antichi ominidi a passare dal vivere principalmente sugli alberi al suolo.
Non è chiaro, tuttavia, quale impatto abbia avuto questa trasformazione del paesaggio sulla vocalizzazione degli ominidi, poiché i tessuti molli necessari non sono conservati nella documentazione fossile.
Gli oranghi producono sia richiami sordi (prodotti dall’aria che passa attraverso la bocca), simili a consonanti, sia sonori (prodotti tramite le vibrazioni delle corde vocali), simili a vocali che possono formare sequenze complesse.
Essendo l’unica grande scimmia arboricola vivente, sono il candidato ideale per esaminare questa transizione da albero a suolo.
Alla Università di Warwick hanno studiato i richiami udibili registrati degli oranghi – che sono particolarmente complessi e possono assomigliare a sillabe – in un habitat di savana a Lajuma, in Sud Africa.
Gli autori hanno riprodotto 487 richiami (sia squittii di bacio simili a consonanti che suoni simili a vocali) da 20 individui appartenenti alle popolazioni di oranghi di Sumatra e del Borneo.
Le nuove registrazioni delle chiamate sono state effettuate a intervalli di 25 metri, su una distanza totale di 400 metri, al fine di testare quanto fossero udibili le chiamate a diverse distanze.
Gli autori riferiscono che i richiami basati sulle vocali erano significativamente meno udibili rispetto ai richiami basati sulle consonanti dopo distanze di 125 metri, mentre i richiami basati sulle consonanti mostravano una modesta diminuzione dell’udibilità dopo 250 metri.
Inoltre, meno del 20% delle chiamate vocaliche erano udibili a 400 metri, rispetto a circa l’80% delle chiamate basate su consonanti.
Nel complesso, ciò indica che i richiami basati su consonanti sono molto più efficaci su terreni aperti.
Data l’importanza delle consonanti nelle lingue umane moderne, gli autori suggeriscono che lo spostamento verso le pianure aperte potrebbe aver svolto un ruolo chiave nello sviluppo della comunicazione vocale degli ominidi.