Nella galassia nana vicino alla nostra ferve un’attività in una nursery stellare che è il prodromo della formazione di nuovo pianeti.
Anche nella Piccola Nube di Magellano, galassia nana satellite della nostra, ci sono gli ingredienti per la formazione dei pianeti, attorno a centinaia di giovani stelle.
La scoperta, presentata in un articolo pubblicato su Nature Astronomy,è opera del James Webb Space Telescope (JWST) e aiutano a capire se i pianeti possono formarsi in modo efficiente in galassie che sono più povere di tali materiali rispetto alla Via Lattea.
La genesi dei pianeti inizia da microscopici granelli di sabbia o polvere, che nel corso del tempo si attaccano insieme, formando piccoli ciottoli; A loro volta questi si uniscono in conglomerati che danno origine ai planetesimi rocciosi; e i planetesimi si scontrano tra loro delicatamente per creare nuclei planetari.
Tuttavia, le materie prime per formare polvere – elementi come silicio, magnesio, alluminio e ferro – sono relativamente scarse nella Piccola Nube di Magellano.
Utilizzando l’imaging a infrarossi del JWST, che può rilevare la radiazione termica emessa dalla polvere calda, al Royal Observatory di Edimburgo hanno osservato centinaia di giovani stelle di piccola massa (stelle più giovani e meno massicce del nostro Sole) in una regione di formazione stellare della Piccola Nube chiamata NGC 346.
Gli autori hanno rilevato segni di polvere in orbita vicino alle giovani stelle, il che implica che i pianeti dovrebbero formarsi man mano che queste giovani stelle maturano.
Indicano che l’abbondanza di elementi di formazione rocciosa nella galassia vicina è simile a quella delle galassie molto più lontane, di circa 11-12 miliardi di anni, un periodo che gli astronomi chiamano “mezzogiorno cosmico”.
Dato che la formazione dei pianeti è probabile nella Piccola Nube, gli autori deducono che i pianeti potrebbero essere stati in grado di formarsi durante questo periodo di tempo e successivamente.
Immagine: NASA, ESA – acknowledgement: Antonella Nota (ESA/STScI) et al.,
Foto crediti: Envato Elelents (ove non diversamente specificato)
Riproduzione riservata (c)