Una nuova ricerca ha individuato le aree del cervello dove si origina l’accumulo della proteina che poi si diffonde dando origine alla patologia.
Per prima cosa invade una parte della corteccia entorinale, per poi diffondersi dappertutto nel cervello. Così la proteina TAU, responsabile dei danni ai neuroni e relativi sintomi che caratterizzano l’Alzheimer, inizia la sua contaminazione dell’encefalo.
Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston grazie a nuove indagini con strumenti di imaging automatica condotta su 443 soggetti, di cui 55 con Alzheimer, che hanno pubblicato i loro risultati sull’ultimo numero di Science.
Hanno usato un nuovo metodo che impiega la PET per tracciare la presenza della proteina TAU, identificando le aree dove inizia a formare accumuli, vale a dire la corteccia entorinale, prima di espandersi – indipendentemente dalle placche amiloidi – nella corteccia temporale.
La scoperta è un passo avanti per creare nuove terapie in grado di rallentare la progressione della malattia. Infatti i trattamenti attuali sono impiegati quando la proteina si è già diffusa in tutto il cervello. Sapere dove inizia e ha origine questa invasione tossica può davvero aiutare a sviluppare interventi mirati in aree ben precise prima che la malattia abbia il sopravvento.
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