Spontaneo oppure ottenuto con sette semplici strategie, tra cui esercizi di “sorriso” e respiri profondi quotidiani.
Tutti Matusalemme: non sembra un’impresa impossibile, stando alle indicazioni di Assomensana, Associazione di neuropsicologi che da tempo studia le caratteristiche degli ultracentenari.
dal 2004 nella prevenzione dell’usura mentale e nell’allungamento della vita media, è che le condizioni favorevoli a un invecchiamento di successo siano da ricercare non in una ma in più dimensioni correlate tra loro: genetica, alimentazione, soggettività, relazioni interpersonali, ambiente sociale e comunità di appartenenza. Uno dei fattori fondamentali dell’ottima forma, di mente e corpo, anche in tarda età, è senz’altro un atteggiamento positivo.
Ma se le connotazioni negative della personalità risultano coriacee e di difficile modificazione, come succede in gran parte degli individui, in che modo è possibile trasformare, almeno in parte, i comportamenti quotidiani anti-longevità? I trucchi per promuovere una visione in rosa della vita anche nel più pessimista dei soggetti esistono. Le regole d’oro per cambiare il proprio approccio con l’esistenza sono sette:
– 1. Sfogliando una rivista o un giornale, si deve scegliere di soffermarsi sulle notizie a carattere positivo (come ricerche sulla salute, eventi positivi e vicende a lieto fine) anziché su notizie di cronaca o di politica;
– 2. In un giorno, per tre volte, occorre fare esercizi di mimica facciale sorridendo sette volte, in quanto la muscolatura del volto improntata al sorriso rinvia segnali al cervello che rimandano a schemi automatici riferiti a situazioni piacevoli;
– 3. Due volte al giorno, va effettuata una respirazione diaframmatica, respirando profondamente per due minuti, mantenendo ferma la gabbia toracica e gonfiando e sgonfiando solo la pancia;
– 4. E’ opportuno cercare occupazioni che consentono di stare con altre persone, con le quali condividere scopi e obiettivi;
– 5. A fine giornata, serve ripensare a due eventi positivi che si sono vissuti/osservati nel corso della stessa;
– 6. Durante la conversazione, bisogna evitare le espressioni lamentose e limitare i “no” e le parole negative e svalutative (come “non posso”, nessuno, pochino, minutino, attimino o mai), preferendo termini possibilistici (“mi piacerebbe farlo”, “valuterò le possibilità”, “è un compito che rientra nelle faccende delegate ad altri”, “alcune persone fanno”, ”a breve sarò da Lei”); – 7. E’ indispensabile decidere di voler cambiare.
Per raggiungere il traguardo dei 100 anni, occorre quindi una buona salute mentale, di cui lo starter è appunto il pensiero positivo. E’ quanto riscontrato in tutti i 244 ultracentenari monitorati, dal 2001 al 2009, dall’università statunitense della Georgia. Dalla ricerca sono stati delineati tre tipi di centenari: i “sopravvissuti”, persone che si sono ammalate prima degli 80 anni, ma che restano in vita ancora a lungo; i “ritardatari”, che hanno avuto malattie importanti dopo gli 80 anni, ma che superano i 100 anni, e i “fuggitivi”, che hanno festeggiato il secolo senza la complicazione di gravi patologie e che rappresentano il 15-20% dei centenari.
Uno dei tre principali tratti distintivi dei “fuggitivi” è quello di assumere un atteggiamento positivo verso la vita e di avere una notevole capacità di adattamento nei confronti delle mutate esigenze personali e ambientali, dimostrando una spiccata flessibilità. Queste attitudini influenzano e permeano tutte le altre dimensioni esistenziali. Infatti consentono di attenuare gli stati di stress cattivo (distress), dovuti agli eventi sfavorevoli (quali lutti, perdite, precarietà e malattia), e di far fronte alle avversità, attingendo alle risorse personali (la cosiddetta “resilienza”).
Un atteggiamento positivo è favorevole all’allungamento della vita anche perché permette di aderire con fiducia alle prescrizioni dei professionisti della salute per ottenere il miglior trattamento possibile (compliance) in caso di malattia.