Responsabile il pangolino, un piccolo mammifero usato nella medicina tradizionale cinese.
Il Covid-2019, il ceppo di coronavirus passato dall’animale all’uomo e comparso sulla scena con il primo essere umano colpito lo scorso dicembre in Cina avrebbe avuto come vettore animale il pangolino. Un piccolo mammifero con il corpo ricoperto di scaglie. Scaglie che vengono massicciamente impiegate nella medicina tradizionale cinese.
Il pangolino è simile a un formichiere, con un muso più corto e arrotondato. Pur essendo un mammifero ha il corpo totalmente ricoperto di scaglie. La polizia di tutto il mondo conosce questo animale perché è tra i più trafficati illegalmente al mondo. Prosciolti quindi i pipistrelli, in un primo tempo accusati di essere i vettori come nel caso del virus Ebola.
La paura contagio ora si sta diffondendo in Italia, che è in emergenza. Il focolaio numericamente più importante in Europa è in questi giorni la Regione Lombardia, con i suoi 89 casi (ma i numeri sono inutili visto che cambiano continuamente), e il Nord Italia in generale con 130 casi e due morti.
E improvvisamente anche la Svizzera italiana si preoccupa. In fin dei conti la Lombardia è lì a due passi e i collegamenti ferroviari sono continui considerando anche i lavoratori frontalieri. Così ieri il tg della RSI, la televisione della Svizzera italiana, ha fatto il punto sul Coronavirus intervistando un nostro noto virologo, Fabrizio Pregliasco, dell’Università degli Studi di Milano e primario malattie infettive presso l’Ospedale Galeazzi.
In sintesi, come si comporta il Covid-2019? “Più mortale dell’influenza stagionale, ma meno virulento delle precedenti epidemie legate a un coronavirus”, dice Pregliasco.
Affermazione dedotta dalle cifre dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) diffuse il 21 febbraio: 2’230 decessi su 75’569 casi confermati di contagio nella Cina continentale. Al di fuori di questo Paese l’Oms conta 1’200 casi in altri 29 diversi Paesi. L’Italia ha annunciato dei morti a causa del virus che avrebbe raggiunto anche Milano. Un uomo ricoverato all’ospedale San Raffaele è risultato positivo al test.
Ma quali informazioni arrivano al mondo scientifico dalla sanità cinese? “Il Centro cinese di controllo e prevenzione delle malattie ha pubblicato questa settimana uno studio che ha considerato 72’314 casi confermati, sospetti, diagnosticati clinicamente o asintomatici del nuovo virus – ci aggiorna il servizio della tv svizzera tramite Pregliasco -. Si tratta dello studio più importante realizzato dall’inizio dell’epidemia e secondo i risultati la malattia è “benigna” nel 80,9% dei casi, “grave” nel 13,8% e “critica” nel 4,7%.
Il tasso di mortalità aumenta con l’età del malato e gli ultraottantenni sono i più a rischio. Per questa fascia di popolazione i decessi arrivano al 14,8% dei contagiati. I pazienti già affetti da malattie cardiovascolari sono i più minacciati, davanti ai diabetici o alle persone che soffrono di malattie respiratorie croniche o ipertensione. Le stime sulla mortalità devono comunque essere ancora prese con prudenza poiché si ignora quante persone siano state effettivamente contagiate”.
Dice ancora Pregliasco: “Ogni malato infetta in media 2 o 3 altre persone (cifra che rappresenta quello che in epidemiologia è definito “tasso netto di riproduzione” o R0). L’R0 del Covid è maggiore di quello dell’influenza (1,3 persone), nettamente inferiore al morbillo (più 12) e comparabile alla Sars (3)”.
Va ripetuto però che molti specialisti mettono in guardia sul fatto che in tutta probabilità il numero di casi è sottostimato. Uno studio dell’Imperial College di Londra ritiene che circa due terzi dei casi di covid-2019 usciti dalla Cina non sono stati individuati. E una delle maggiori preoccupazioni sono i casi asintomatici.
La durata dell’incubazione, stimata tra i 2 e i 10 giorni ha portato l’Organizzazione mondiale della Salute (OMS) a fissare il periodo di osservazione o di quarantena a 14 giorni per i casi sospetti o le persone rimpatriate da zone a rischio. Alcuni ricercatori sostengono però che l’incubazione potrebbe durare più a lungo, fino a 27 giorni, ma questa ipotesi si rifà a un caso unico ed è tuttora in corso di verifica.
Come si tramette il virus? Risponde il virologo milanese: “Il virus si trasmette essenzialmente con il contatto fisico o per via respiratoria tramite le goccioline di saliva espulse per esempio con un colpo di tosse. La vicinanza deve essere dunque elevata (circa un metro)”.
Le raccomandazioni su come evitare di ammalarsi o propagare l’infezione sono simili a quelle di una normale influenza stagionale: lavarsi spesso e bene le mani, tossire o starnutire in un fazzoletto o nell’incavo del gomito anziché sulle mani, portare una mascherina solo se si è ammalati.
I sintomi sono descritti dall’OMS come segue: “I più comuni sono difficoltà respiratorie, febbre, tosse. Nei casi gravi l’infezione può portare a una polmonite, a un’insufficienza renale e nei casi estremi alla morte”.
Non c’è al momento nessun vaccino e le cure consistono nel trattamento dei sintomi. L’efficacia degli antivirali su alcuni pazienti è in corso di valutazione.