I tumori arrestano la crescita o regrediscono nei topi a cui è stato iniettato il vaccino; il trattamento è pronto per essere sperimentato nell’uomo.
Curare il cancro con il vaccino per l’influenza. L’idea è venuta a un gruppo di ricercatori del Rush University Medical Center, che hanno constatato come l’inoculazione del siero nei tumori li renda più vulnerabili all’attacco delle cellule del sistema immunitario.
Come scrivono sul numero del 30 dicembre 2019 della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, questo potrebbe risultare in un nuovo trattamento immunoterapico per sconfiggere il cancro.
Per prima cosa hanno analizzato il database del National Cancer Institute, trovando che i pazienti con cancro al polmone e ricoverati per infezione polmonare a causa dell’influenza sono vissuti più a lungo rispetto ai semplici malati di tumore al polmone. Stesso risultato è emerso anche sui topi.
I ricercatori quindi hanno cercato di allestire esperimenti sui topi. E hanno visto che la somministrazione del vaccino ha ridotto o addirittura fermato la crescita del melanoma. Non solo. Anche il tumore presente in un’altra parte del corpo del topo si arrestava.
In pratica il vaccino attiva speciali cellule del sistema immunitario, chiamate cellule T CD8+, che riconoscono e uccidono le cellule tumorali.
Anche per il tumore triplo negativo al seno si è osservata la stessa cosa, in ordine di riduzione del tumore primario e delle sue metastasi ai polmoni.
Il passo successivo è stato dunque vedere se tale fenomeno si verificasse anche nei tumori umani. E a questo scopo gli scienziati hanno trapiantato un pezzo di tumore (melanoma e dei polmoni) in topi senza sistema immunitario, così da evitare il rigetto. Hanno poi inoculato il vaccino ai topi e come speravano hanno visto che il cancro si riduceva.
Sono stati sperimentati in tutto 5 vaccini antinfluenzali usati per la stagione 2017-2018 e ben 4 di questi hanno funzionato.
“Poiché uomini e topi condividono il 95% del patrimonio genetico e dato che i vaccini sono già stati testati e usati sulle persone, adesso potremmo passare ai trial clinici nell’uomo” suggeriscono i ricercatori. Tuttavia i tempi per uno studio completo in quattro fasi sono lunghi: di solito ci vogliono dagli 8 ai 10 anni per terminare i test.