Una ricerca condotta dal Dipartimento di Patologia dell’Università di Stanford, in California, ha scoperto che la terapia cellulare con recettore T dell’antigene chimerico (CAR T) può potenzialmente provocare una riattivazione dell’herpesvirus umano 6 (HHV-6) nei pazienti.
In un articolo pubblicato su Nature, un team di ricercatori ha raccolto dati precedenti relativi agli studi sulla terapia CAR T per studiare la riattivazione in vivo di HHV-6 da parte delle cellule CAR T nei pazienti che ricevono la terapia.
Lo studio ha cercato di caratterizzare il fenomeno della riattivazione dell’HHV-6, in particolare nel contesto del trattamento con cellule CAR-T per il linfoma a cellule B o la leucemia.
È stata condotta una rianalisi dei set di dati di tre coorti di pazienti trattati con prodotti autologhi a base di cellule CAR T.
Sebbene non siano stati rilevati trascritti virali di HHV-6 nei prodotti pre-infusione, è stato osservato un aumento significativo delle cellule HHV-6+ nei campioni post-infusione.
Lo studio ha identificato 28 cellule che esprimono trascritti HHV-6B in campioni post-infusione, con 13 cellule simili a rare cellule “super-espressori” tra le cellule CAR T allogeniche di grado di ricerca.
L’analisi dettagliata del decorso temporale di due pazienti con super-espressioni ha rivelato la presenza di cellule HHV-6+ a una settimana dall’inizio del trattamento, in coincidenza con i sintomi clinici della sindrome da neurotossicità associata agli effettori immunitari.
I sintomi, come il delirio e il declino neurocognitivo, sono in linea con la presenza virale di HHV-6 nel sangue, anche se potrebbe non essere causale per tutti i pazienti.
Questi risultati suggeriscono un legame tra l’attivazione, la proliferazione e la durata della coltura delle cellule T con la riattivazione di HHV-6, sottolineando la necessità di ulteriori considerazioni nello sviluppo e nel monitoraggio delle terapie con cellule CAR-T.
Lo studio ha anche riscontrato episodi di riattivazione di HHV-6B in colture di cellule T CD4 standard, confermando la potenziale associazione tra i prodotti di terapia cellulare e l’infezione litica da HHV-6 che era stata riportata negli studi clinici di CAR T. +
L’herpesvirus umano 6B è quasi universalmente acquisito (circa il 70%) all’età di tre anni e causa una malattia infantile comune chiamata exanthema subitum o roseola infantum.
In età adulta, circa il 95% delle persone ha contratto il virus. Il virus è presente in più tipi di cellule e tessuti durante l’infezione primaria e il DNA virale continua a sopravvivere dopo l’infezione nelle cellule mononucleate del sangue periferico.
Gli autori sottolineano l’utilità di analisi genomiche complete nell’implicare i prodotti di terapia cellulare come potenziali fonti che contribuiscono alle infezioni virali.
La correlazione tra la riattivazione dell’HHV-6 e i trattamenti con CAR T aumenta la possibilità di altre riattivazioni virali latenti in varie terapie cellulari e suggerisce che sono necessarie ulteriori indagini.