Modelli preclinici di screening farmacologico ad alto rendimento, IA per una comprensione precisa di aggressività, prognosi e sopravvivenza, sviluppo di una nuova classe di agenti antitumorali in grado di colpire sia  il microambiente che le cellule tumorali.

 

 

“L’oncologia di precisione mette al centro il paziente nella sua individualità, quindi si focalizza su specifiche caratteristiche biologiche, immunologiche, cliniche, che consentiranno poi a noi di scegliere la terapia corretta e migliore, migliorando quindi non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita, evitando delle tossicità importanti che alcuni farmaci possono avere”.

Così la Dott.ssa Giulia Mazzaschi, Università degli Studi di Parma – Dipartimento di Medicina e Chirurgia introduce il suo progetto “Dissecting the Impact of Orphan Genomic Alterations (OGAs) in advanced Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)”, vincitore del Research to Care – Oncology Edition, promosso dalla divisione Specialty Care di Sanofi e dedicato quest’anno al tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC), che ha messo a disposizione un primo premio dal valore di € 100.000 e due menzioni speciali da € 10.000 ciascuna.

“Il nostro progetto è imperniato su una popolazione di pazienti con tumore del polmone, non a piccole cellule, che sono trattati con regimi chemioterapici o immunoterapici standard, ma che in realtà presentano alcune alterazioni genomiche dette alterazioni genomiche orfane, perché non possiedono attualmente una terapia” prosegue la vincitrice.

“Ecco noi vogliamo andare ad identificare questi pazienti e caratterizzarli e, in una seconda fase dello studio, a proporre nuovi farmaci in grado di bersagliare queste specifiche mutazioni. Certo, il primo passo è notevole, ma ci sono assolutamente speranze perché con le tecnologie di analisi genomica avanzata di cui siamo in possesso adesso siamo in grado di identificare queste alterazioni”.

La Giuria ha anche assegnato due menzioni speciali, che si aggiudicano un riconoscimento di € 10.000 l’una.

Tra questi, il progetto di trasformazione digitale del Dott. Damiano Caruso, del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e Medicina Traslazionale dell’Università di Roma “La Sapienza”, dal titolo “AIRSPACE – Artificial Intelligence RadiogenomicS for Precision CAre of Lung CancEr”.

“Si tratta di un approccio di intelligenza artificiale basato sui dati di radiomica e di genomica. Eiguarda i pazienti sottoposti a TAC del torace per evidenziare una malattia polmonare oncologica quindi un tumore del polmone. Le immagine radiologiche con una TAC le conoscete tutti come delle classiche immagini in bianco e nero, mentre in realtà hanno dietro di loro tantissimi dati quantitativi che noi possiamo utilizzare per avere proprio l’approccio personalizzato del tipo di trattamento e valutare la prognosi e l’aggressività tumorale” spiega il giovane medico.

“Questa scienza che estrae questi dati quantitativi viene chiamata radiomica. Abbiamo necessità di  computer avanzati che possono permettere l’analisi di una moltitudine di dati e per questo utilizziamo degli approcci basati su algoritmi di intelligenza artificiale”.

“Saremo in grado nel futuro, per quanto riguarda determinati tipi di tumore del polmone, di capire se quel determinato paziente e quel determinato tumore risponderanno ad un’immunoterapia o saranno considerati invece precocemente dei non rispondenti, in modo tale da cambiare, magari, l’iter terapeutico”.

Anche per il dottor Caruso “il futuro della medicina sta andando sicuramente nella direzione della medicina di precisione o medicina personalizzata, nel senso che ogni singolo paziente deve essere trattato per la singola patologia: non si può più parlare di patologia oncologica in generale, non si può più parlare in generale di tumore del polmone, ma ogni tumore del polmone è differente come ogni paziente necessita del trattamento personalizzato per lui e per la sua patologia”.

La seconda menzione speciale è stata invece assegnata alla Prof.ssa Chiara Nardon, Università degli Studi di Verona – Dipartimento Biotecnologie con il progetto di ricerca preclinica “Turning inorganic pathophysiology into an ally: new anti-stromal and anti-cellular strategies for the treatment of Non-Small Cell Lung Cancer (NSCLC)”. Il progetto NASCENT mira a sviluppare una nuova classe di terapie – promettenti per il trattamento delNSCLC – in grado di colpire sia il cosiddetto microambiente tumorale sia le cellule tumorali.

Per farlo sfrutta il ruolo chiave del pH nel distretto canceroso e quello dei metalli endogeni ferro e rame.

Il disegno della futura terapia prevede un rilascio selettivo delle nuove molecole, capaci di innescare la morte della cellula tumorale mediante due meccanismi, scoperti recentemente, denominati cuproptosi e ferroptosi.

Il progetto mette così in luce la rilevanza clinica della chimica bio-inorganica con particolare attenzione al valore di pH (acido) dello stroma, che contribuisce a determinare la resistenza agli attuali farmaci e la progressione della neoplasia.

I progetti sono stati selezionati da una Giuria indipendente di esperti presieduta dalla Prof.ssa Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica dell’Università degli Studi di Torino, Responsabile del Reparto di Oncologia Polmonare presso AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) e Presidente dell’Associazione WALCE (Women Against Lung Cancer in Europe) Onlus.

La Giuria ha potuto contare su quattro esperti riconosciuti a livello nazionale e internazionale per la loro competenza come Umberto Malapelle, Chief Supervisor del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica, Università degli Studi di Napoli Federico II; Romano Danesi, Professore Ordinario di Farmacologia all’Università di Pisa, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Farmacologia clinica e Farmacogenetica e del Dipartimento ad Attività Integrata di Medicina di Laboratorio presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana; Armando Santoro, Direttore Humanitas Cancer Center, Istituto Clinico Humanitas-IRCCS, Humanitas University Rozzano (MI); Michele Maio, Professore ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Siena e Direttore del CIO dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

Il bando – aperto a novembre 2022 – era rivolto a Università, Ospedali, IRCCS, o altri enti di ricerca, pubblici o privati, con sede nel territorio italiano.

Research to Care  è nato con lo scopo di valorizzare la ricerca e l’innovazione italiane in oncologia, con un focus in particolare sulla ricerca preclinica, con riferimento all’identificazione di fattori predittivi e nuovi target o biomarcatori, la ricerca traslazionale su meccanismi di resistenza all’immunoterapia e di ottimizzazione delle sequenze di trattamento, e l’innovazione digitale a supporto della gestione del paziente con tumore al polmone.

“Sanofi guida le frontiere della ricerca attraverso piattaforme terapeutiche e di nuovi possibili target, che vanno proprio nella direzione della personalizzazione assoluta della terapia e quindi attraverso la lettura dei biomarcatori attraverso l’imaging per poter sviluppare farmaci e piattaforme terapeutiche mirate per quella singola condizione patologica” ha dichiarato Marcello Cattani, Presidente e AD Sanofi Italia.

“L’impegno nella ricerca parte a monte, con 6,7 miliardi di dollari investiti ogni anno in Ricerca e Sviluppo. L’oncologia può avvalersi di 23 studi nel nostro paese in 120 centri e 2.500 pazienti complessivamente impegnati e un modello di partnership pubblico privato che ci vede attivi anche in altri fronti, come il Centro nazionale di terapie genetiche e RNA di Padova e il progetto con il Comune di Palermo e il progetto con l’Università di Firenze”.