Queste cellule sono state poi fecondate e circa l’1% degli embrioni risultanti ha prodotto una prole sana.
Un metodo per convertire le cellule staminali di topo maschio (XY) in cellule femminili (XX) per produrre ovuli funzionali è stato pubblicato su Nature.
Queste cellule sono state poi fecondate e circa l’1% degli embrioni risultanti ha prodotto una prole sana. La ricerca fornisce approfondimenti che potrebbero facilitare la ricerca sulla fertilità.
I gameti maschili e femminili – spermatozoi e ovociti, rispettivamente – sono prodotti da un tipo di cellule staminali note come cellule germinali primordiali.
La differenziazione di queste cellule staminali in gameti richiede il corretto funzionamento dei cromosomi sessuali.
Ricerche precedenti che esaminano la possibilità di alterare il sesso delle cellule germinali primordiali hanno scoperto che la produzione di gameti diminuiva o produceva cellule con bassa fertilità.
Katsuhiko Hayashi e colleghi della Kyushu University, a Fukuoka, in Giappone, riferiscono che l’uso di cellule staminali pluripotenti (comprese sia le cellule staminali embrionali che le cellule staminali pluripotenti indotte) potrebbe avere il potenziale per produrre cellule uovo più robuste.
Gli autori hanno prelevato cellule della pelle dalla coda di topi maschi maturi (con cromosomi XY) e le hanno trasformate in cellule staminali pluripotenti indotte.
Queste cellule staminali sono state coltivate in coltura, un processo che porta alla perdita del cromosoma Y in rari sottogruppi di cellule (circa il 6% delle cellule coltivate), generando cellule “XO”.
Un’ulteriore crescita in coltura di queste cellule XO ha indotto la duplicazione del cromosoma X. Il trattamento delle cellule con reversina, un farmaco che interferisce con la divisione cellulare, ha aumentato l’efficienza della duplicazione del cromosoma X.
Le cellule risultanti con due cromosomi X sono state indotte a differenziarsi in cellule simili a cellule germinali primordiali e poi in cellule ovuli, che – una volta fecondate e impiantate in un utero di topo – hanno prodotto prole vitale. Circa l’1% degli embrioni impiantati ha dato origine a cuccioli (7 su 630).
Gli autori osservano che una valutazione più rigorosa dell’impatto di questo metodo di conversione delle cellule maschili in femmine sull’integrità del genoma sarà necessaria per la ricerca e l’applicazione future.
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