Il fenomeno del criovulcanesimo, cioè eruzione di materiale ghiacciato da parte di vulcani, non è raro in alcuni corpi rocciosi del nostro sistema.
Vulcani alti quasi quanto l’Evertest, intorno ai sette chilometri, ma che eruttano ghiacco, sono stati individuati sulla superficie di Plutone, l’ultimo pianeta (ora ex) del Sistema Solare.
L’osservazione è avvenuta analizzando le immagini riprese dalla sonda New Horizon della Nasa nel suo unico passaggio ravvicinato al piccolo corpo rocciso (circa 1200 chilometri di diametro, 500 meno della Luna) avvenuto nel 2015.
Quando la sonda è partita dalla Terra, nel 2006, Plutone era ancora classificato come un pianeta a tutti gli effetti, ma otto mesi dopo l’Unione astronomica Internazionale ha optato per ridimensionarlo a “pianeta nano”, facendogli perdere il suo status.
Dalle foto scattate, astronomi del Southwest Research Institute di Boulder hanno individuato un’area sulla sua calotta dominata da formazioni abbastanza recenti dovute al criovulcanesimo. È un fenomeno, quello dell’eruzione di pennacchi di materiale ghiacciato, non nuovo nel Sistema Solare: alcune lune di Saturno, come Encelado e Titano, presentano questi vulcani, osservati anche su Tritone, satellite ghiacciato di Nettuno.
Come descritto su Nature Communications, i ricercatori hanno analizzato le immagini di un’area situata a sud-ovest della calotta glaciale Sputnik Planitia, che copre un antico bacino da impatto di circa 1.000 km ed è dominata da grandi rialzi con fianchi irregolari.
Gli autori hanno esaminato la geomorfologia e la composizione dell’area e suggeriscono che sia stata creata dal criovulcanismo e che il materiale sia costituito principalmente da ghiaccio d’acqua.
Descrivono molte cupole vulcaniche nella regione, che vanno da pochi chilometri fino a 7 km di altezza, e da 10 km a 150 km di diametro, con alcune che si fondono tra loro per formare strutture più grandi.
Il volume dedotto di una grande struttura nota come Wright Mons è simile a quello di Mauna Loa alle Hawaii, uno dei più grandi vulcani sulla Terra.
Gli autori hanno osservato che il terreno è privo di crateri da impatto, il che è in contrasto con alcune altre aree della superficie di Plutone. Quindi significa che l’attività criovulcanica in quest’area debba essere relativamente recente nella storia di Plutone e indica che la struttura interna di Plutone ha calore residuo o più calore di quanto precedentemente previsto, tale da innescare il criovulcanesimo.
Immagine: NASA / Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory / Southwest Research Institute / ZLDoyle