Ritrovata in una tomba in Grecia testimonia un rituale pagano ancora in vigore nell’epoca del cristianesimo.
Non si conosce il suo nome, né da dove venisse. Di sicuro si sa solo che era un soldato del tardo impero romano: età, cause della morte ed eventuali ferite devono ancora essere studiate. Ma il ritrovamento della sua tomba rivela agli archeologi dettagli “sorprendenti”, perché è una testimonianza del passaggio tra le tradizioni pagane e il culto cristiano nel V secolo.
Veniamo ai fatti: nel 2010 durante i lavori per la metropolitana a Salonicco, in Grecia, emergono i resti di una basilica paleocristiana, eretta sui resti di un altro luogo di culto del IV secolo, probabilmente la più antica chiesa cristiana della città.
Successivamente sono state ritrovate sei tombe, di cui una molto interessante perché a differenza delle altre contiene oggetti sepolti assieme al defunto: una spada, una punta di lancia e un umbone (la parte metallica centrale dello scudo).
Si tratta quindi di un soldato, morto circa 1.600 anni fa, e che aveva abbracciato la religione cristiana, visto il luogo dove è stato sepolto. Ma la spada, deposta nel sepolcro piegata, rivela la tradizione di un culto pagano. Il soldato aveva dunque voluto conservare qualcosa delle sue origini, probabilmente gotiche, con questo rituale sulla propria spada.
Una testimonianza di come all’epoca le tradizioni pagane non fossero ancora del tutto bandite dalla Chiesa. Ma chi era il soldato? L’arma piegata è una spatha, una spada lunga usata in cavalleria, per cui si ritiene che l’uomo fosse un ausiliario, un cavaliere mercenario arruolato nell’esercito di Roma.
La cavalleria romana era infatti prevalentemente composta soldati provenienti da popolazioni, anche barbare, sottomesse o affiliate all’impero. In seguito la spatha divenne l’arma d’ordinanza del legionario, andando a sostituire il più corto gladio, la spada “classica” dei soldati romani.
Successivi studi sullo stile di manifattura del pomello dell’arma e sulle monete ritrovate nella tomba potranno forse chiarire la provenienza dell’uomo e dove aveva vissuto.
Image credit: Errikos Maniotis
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