di Prof. Mariano Bizzarri Dept. of Experimental Medicine, Systems Biology Group, University La Sapienza, Roma.
In un momento particolare come quello che stiamo vivendo, la comunità scientifica si sta muovendo su diversi fronti nel tentativo di contrastare l’emergenza e di contribuire alla ricerca di soluzioni nel più breve tempo possibile.
Tra le diverse ricerche che si stanno portano avanti, vi è una notizia emersa in un’intervista pubblicata sul quotidiano La Verità il 18 marzo al Prof. Matteo Bertelli, Direttore genetista di Magi e Responsabile regione trentino Alto Adige International Society of Dietary Supplements and Phytotherapy (ISDSP), sul possibile impiego di molecole naturali nel trattamento di pazienti affetti da Covid-19.
Nell’intervista si fa riferimento a come “molecole naturali come l’inositolo possono bloccare un processo fondamentale per il virus: l’ingresso nelle cellule umane (endocitosi) o altri processi biologici determinanti per la sua diffusione”. Diversi studi scientifici hanno già dimostrato infatti, la capacità del myo-inositolo di abbassare la tensione superficiale alveolare e garantire una corretta respirazione, e i risultati fin qui raggiunti hanno infatti permesso l’immissione in commercio di un dispositivo medico in formulazione liquida, che oggi viene già impiegato in pneumologia per il trattamento delle affezioni delle vie respiratorie, asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e riduzione della sindrome da insufficienza respiratoria nei neonati prematuri, e che potrebbe rivelarsi utile per la sintomatologia correlata al covid-19.
Partendo quindi da queste basi scientifiche, è auspicabile che tutti i gruppi di ricerca, strutture ospedaliere che stanno lottando contro il Covid-19, prendano in considerazione la possibilità di una sperimentazione di tale sostanza per la sintomatologia correlata al virus. Molti degli studi condotti sulla molecola sono stati condotti dal mio gruppo di ricerca con la collaborazione del Prof. Vittorio Unfer e l’azienda produttrice della formulazione liquida con cui collaboro, la Lo.Li.Pharma, si è resa disponibile alla fornitura gratuita necessaria alla sperimentazione.
Evidenze cliniche
L’interesse nello studio di tale molecola nelle patologie respiratorie nasce dal fatto che il myo-inositolo è il precursore del fosfatidilinositolo, uno dei principali componenti del complesso fosfolipoproteico alveolare noto come surfattante polmonare.
Le primissime evidenze precliniche risalgono intorno agli anni ’80 quando, Hallman et al., osservarono che la somministrazione di myo-inositolo risultava efficace nel contrastare l’aumento della tensione superficiale alveolare .
Nel 1992, lo stesso Hallman, pubblicava sul The New England Journal of Medicine, i risultati di uno studio clinico da lui condotto sulla somministrazione di myo-inositolo in 221 bambini prematuri con sindrome da stress respiratorio (RDS).
L’intuizione nasceva dal fatto che, sebbene lo sviluppo dei polmoni e dei bronchi nel feto si completa intorno al sesto mese e, dal settimo mese il neonato è potenzialmente pronto a vivere fuori dall’utero materno, tuttavia è solo a partire dalla 34 settimana gestazionale che si completa sufficientemente lo sviluppo del surfattante polmonare.
Hallman osservò che nel gruppo di neonati prematuri trattati, la somministrazione di myo-inositolo correlava con maggiore sopravvivenza a 28 giorni senza displasia broncopolmonare (71%), rispetto al gruppo controllo (51%).
Da quel momento i campi di applicazione iniziavano ad essere diversi e, infatti, sono diverse le pubblicazioni su riviste internazionali che mostrano gli effetti benefici del myo-inositolo nella chemioprevenzione del carcinoma polmonare (3), in fumatori con displasia brochiale etc.