Dalla necropoli di Assuan, portata alla luce lo scorso aprile dalla missione di scavo italo-egiziana, emergono il dipinto di un muso di leopardo e dei resti di pinoli, probabilmente offerti come cibo eterno.
Il muso di un leopardo, dipinto con colori vivacissimi sul coperchio di un sarcofago, è riemerso da una delle tombe di Assuan scoperte nella primavera scorsa dalla missione di scavo italo-egiziana EIMAWA 2019 (Egyptian-Italian Mission at West Aswan) in Egitto, assieme a dei resti vegetali di pinoli.
La raffigurazione del leopardo è stata ricostruita con un lavoro di restauro finissimo, per ora virtuale – ma che verrà effettuato nei prossimi mesi nel laboratorio di Assuan – che ha riportato alla luce un’immagine di eccezionale bellezza.
Gli scavi, diretti da Patrizia Piacentini, docente di Egittologia dell’Università degli Studi di Milano assieme al Ministero delle Antichità egiziano hanno mappato circa 300 tombe databili tra il VI secolo a.C. e il IV secolo d.C., situate sulla riva occidentale di Assuan, nell’area che circonda il Mausoleo dell’Aga Khan. Oltre a 35 mummie ben conservate, vasi, anfore e cartonnages (materiali pronti per essere dipinti e diventare maschere funerarie), sui frammenti del coperchio di un sarcofago nella tomba AGH026 è stato portato alla luce il muso di un leopardo, simbolo di forza e determinazione: la tavola di acacia su cui era dipinta la testa dell’animale si trovava in corrispondenza della testa del defunto, una posizione scelta probabilmente per offrirgli la forza necessaria a compiere il suo viaggio oltremondano e a rigenerarsi.
In una stanza accanto, il ritrovamento di un’altra rarità assoluta: in una ciotolina resti vegetali che si è scoperto poi essere pinoli, un rinvenimento eccezionale per l’Egitto, dal momento che la pianta era di importazione. L’uso dei pinoli è conosciuto ad Alessandria d’Egitto nella preparazione di salse e piatti citate nell’Apicius, una collezione di ricette raccolte a Roma nel primo secolo d.C. da Marco Gavio, all’epoca dell’imperatore Tiberio.
«Ci piace immaginare – commenta Patrizia Piacentini – che le persone sepolte nella tomba di Assuan amassero questo seme raro, tanto che i loro parenti deposero accanto ai defunti una ciotola che li conteneva affinché potessero cibarsene per l’eternità».
Gli scavi di Assuan e in particolare i due ritrovamenti saranno presentati venerdì 21 febbraio a tourismA, il salone internazionale dell’Archeologia e del Turismo Culturale a Firenze.