Diabete

Il passaggio alle cure per l’età adulta può scatenare depressione e disturbi dell’umore anche con gravi conseguenze.

 

 

 

Nei pazienti adolescenti affetti da diabete, durante la transizione dall’assistenza pediatrica a quella per l’età adulta aumentano la probabilità che si verifichino disturbi dell’umore o tentativi di suicidio, secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.

«Uno dei problemi principali è che la gestione del diabete di tipo 1 può essere particolarmente travolgente per un giovane, per via della responsabilità di iniettarsi insulina ogni singolo giorno della vita, monitorare i livelli glicemici e fare attenzione a dieta ed esercizio fisico – afferma la prima autrice del trial Marie-Eve Robinson, endocrinologa pediatrica del Children’s Hospital of Eastern Ontario, Università di Ottawa, in Canada -. Il burnout del diabete è una condizione che può colpire chi è affetto da un qualsiasi tipo di diabete. Le persone possono risultare incapaci di sopportare la pressione data dal dover gestire la condizione giorno dopo giorno, e questo può comportare un innalzamento dei livelli glicemici e un conseguente aumento del rischio di complicanze e di chetoacidosi».

E aggiunge: «Questa ricerca è importante perché dimostra che il passaggio alle cure per l’età adulta è probabilmente associato a un maggior rischio per la salute mentale. Dal momento che i bambini diabetici verranno inevitabilmente curati come gli adulti, è fondamentale che gli operatori sanitari valutino lo stato della salute mentale di adolescenti o giovani adulti durante questo periodo di transizione, in modo da fornire un supporto adeguato. Questo potrebbe potenzialmente ridurre i tentativi di suicidio e i disturbi psichiatrici».

Lo studio retrospettivo della Robinson e dei suoi colleghi è stato impostato con l’obiettivo di valutare l’eventuale manifestarsi di disturbi dell’umore, problemi psichiatrici, tentativi di suicidio, decessi e visite psichiatriche tra i 15 e i 25 anni in 3.544 adolescenti con diabete e quasi 1,4 milioni di adolescenti non diabetici. I dati sono stati raccolti dal Quebec Integrated Chronic Disease Surveillance System fino al 31 marzo 2015.

Lo studio ha evidenziato un aumento del 33% del rischio di disturbi dell’umore tra gli adolescenti diabetici rispetto ai non diabetici e un aumento del 29% rischio di disturbi psichiatrici. Non sono invece emerse differenze tra i gruppi in merito alle diagnosi di schizofrenia. Rispetto ai soggetti sani, quelli affetti da diabete avevano un rischio 3,24 volte superiore di avere tentato il suicidio e un rischio 1,82 volte più alto di avere bisogno di una visita psichiatrica.

«Nel periodo in cui i giovani affetti da diabete passano dall’assistenza pediatrica a quella per gli adulti, corrono un rischio maggiore di tentare il suicidio e di sviluppare problemi psichiatrici rispetto ai coetanei sani – prosegue la Robinson -. Gli operatori sanitari dovrebbero informarsi sulle idee suicide e sulle alterazioni della salute mentale nei giovani diabetici. I nostri risultati dimostrano la necessità di aumentare le risorse per la salute mentale al fine di supportare questi pazienti».

«Oltre alle sfide legate all’adolescenza – conclude -, i giovani adulti con diabete che passano alle cure per l’età adulta devono adattarsi a un medico di tipo diverso e a una nuova struttura terapeutica. I giovani adulti tendono a percepire i pediatri come più focalizzati sulla famiglia e meno formali rispetto ai medici che si occupano degli adulti e questo a volte può rendere difficile la transizione».

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