Il movimento è legato ai miliardi di tonnellate di metallo fuso che avvolgono il nucleo del nostro pianeta.
È notizia di questi giorni che il polo nord magnetico, il punto verso il quale convergono gli aghi delle bussole, si sta muovendo e che si sta spostando dalla tundra canadese a quella siberiana, da ovest verso est passando per il meridiano di Greenwich dove si troverebbe attualmente.
Su molti media questo fenomeno è riportato in tono apocalittico, come se fosse il preludio alla fine del mondo o una sciagura che cancellerà il genere umano.
Facciamo un po’ di chiarezza. Innanzitutto lo spostamento del polo nord magnetico è in atto da decenni e non è una cosa accaduta nelle ultime settimane. E poi questo fenomeno, come spiegato dagli esperti, si è ripetuto migliaia di volte nel corso dei millenni.
Ma andiamo con ordine: il nucleo della Terra è composto da ferro e altri metalli allo stato solido, avvolto da uno strato di metalli fusi liquidi (che inizia a 5.000 chilometri di profondità). Il movimento di questi miliardi di tonnellate di metallo liquido genera un campo magnetico che si autosostiene secondo un meccanismo chiamato geodinamo.
In pratica è come se la Terra fosse una calamita gigante, con i due poli vicini rispettivamente ai poli geografici, cioè i punti dove pasa l’asse di rotazione terrestre. Ecco perché gli aghi delle bussole si allineano nella direzione Nord-Sud.
Tuttavia, proprio a causa del movimento perenne del nucleo terrestre, questa calamita cambia di continuo polarità, cioè inverte i poli: dove c’è il nord magnetico ci sarà in futuro il sude viceversa. Ovviamente il movimento che porta all’inversione dei poli non è repentino, ma avviene nel corso dei secoli. ed è quello che stiamo sperimentando ora.
Ed è già successo un sacco di volte. L’ultima circa 800.000 mila anni fa. All’epoca della dominazione dei dinosauri, per esempio, il polo nord si è invertito col sud centinaia di volte.
Come lo sappiamo? Dai residui fossili sul fondo degli oceani: nella lava incandescente, che si è solidificata al contatto con l’acqua, le rocce metalliche si sono cristallizzate nella posizione che avevano in quel momento e cioè allineate con il campo magnetico di allora.
Quindi quel che sta succedendo è la regola, non l’eccezione. Problemi per la civiltà? Nessuno, tranne il dover adeguare costantemente negli anni la posizione dei poli magnetici, indispensabile per avere un’orientazione corretta dei sistemi di navigazione.
Ci sarebbe da preoccuparsi invece se il campo magnetico terrestre svanisse: allora la superficie sarebbe bombardata dal vento solare, quel flusso di particelle nucleari che si scontra con il campo magnetico terrestre dando origine al fenomeno delle aurore, e dai raggi gamma provenienti dal cosmo, portando in breve tempo a una sterilizzazione totale del suolo. Ma non è questo il caso e gli esperti rassicurano che l’evento è una remotissima possibilità.