Disparità di rischio uomini-donne nelle sindromi coronariche acute. Il lavoro del Cardiocenter Niguarda con il contributo della fondazione De Gasperis.

 

 

Le ragazze hanno il cuore debole. L’amore, stavolta, non c’entra. Come ricorda l’American Heart Association «la scarsa conoscenza sull’infarto miocardico acuto e sui trattamenti per le donne è un problema di salute pubblica»: per questo il Cardiocenter dell’Ospedale Niguarda di Milano, sostenuto dai finanziamenti della fondazione De Gasperis lavora anche sull’incidenza di fattori che finora sono stati trascurati e che incidono sulla gestione delle sindromi coronariche acute nell’universo femminile.

Come la depressione, l’ansia e lo stress domestico: fattori di rischio che hanno una maggiore incidenza nelle giovani rispetto ai coetanei maschi. Alice Sacco, cardiologa del Cardiocenter De Gasperis, conferma che le patologie cardiache sono molto rappresentate nell’universo femminile: «in base agli studi pubblicati, il 20% muore per ischemia contro il 19 dei maschi, il 13% per ictus a fronte del 9 negli uomini, il 16% per altre patologie cardiovascolari rispetto al 12% degli uomini…» Il 42% delle femmine sotto i 50 anni viene colpito da infarto del miocardio per arteriosclerosi e il 35 per cardiopatia ischemica cronica stabile (SCAD) e in ospedale la mortalità delle donne è più del doppio degli uomini: 2,9 contro 6,1 nei soggetti sotto i 59 anni.

«Le giovani con sindrome coronarica acuta – ammette la cardiologa – hanno una mortalità entro i trenta giorni maggiore dei giovani nonostante una uguale qualità nelle cure». Un registro dell’infarto giovanile permetterebbe di analizzare i fattori di rischio di questa parte della popolazione, un aspetto su cui abbiamo ancora poche conoscenze. Il Cardiocenter, sostenuto dalla fondazione De Gasperis, disegna da tempo dei trial clinici specifici per le donne, per comprendere meglio il profilo di rischio e i percorsi di trattamento.

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