Una nuova analisi ha mostrato che l’anticorpo momoclonale aducanumab ha ridotto il declino clinico dei pazienti con malattia di Alzheimer precoce.

 

I colossi farmaceutici Biogen ed Eisai, Co., Ltd. (Giappone) hanno annunciato che, dopo un confronto con la Food and Drug Administration (FDA) americana, si prevede di richiedere l’approvazione regolatoria di aducanumab, un trattamento sperimentale per la malattia di Alzheimer in fase precoce.

Lo studio di fase III EMERGE ha raggiunto il suo endpoint primario dimostrando una significativa riduzione nel declino clinico, e Biogen ritiene che i risultati ottenuti nello studio di fase III ENGAGE su un sottoinsieme di pazienti che hanno ricevuto una sufficiente esposizione a dosi elevate di aducanumab, supportino i risultati ottenuti dallo studio EMERGE.

I pazienti che hanno ricevuto aducanumab hanno ottenuto significativi benefici nei parametri cognitivi e in funzioni come la memoria, l’orientamento e il linguaggio. I pazienti hanno ottenuto anche benefici nelle attività della vita quotidiana, tra cui la gestione delle finanze personali, l’esecuzione dei lavori domestici come le pulizie, la spesa e il bucato, e la gestione degli spostamenti in modo autonomo fuori casa. Se approvato, aducanumab diventerebbe la prima terapia autorizzata per  ridurre il declino clinico nella malattia di Alzheimer e sarebbe anche il primo trattamento a dimostrare che la rimozione di beta-amiloide genera benefici clinici.

 

La decisione di presentare la richiesta di autorizzazione  si basa su una nuova analisi condotta da Biogen in accordo con la FDA su un set più ampio di dati provenienti dagli studi clinici di fase III che erano stati interrotti nel marzo 2019 a seguito di un’analisi di futilità prestabilita. Questa nuova analisi, che comprende dati aggiuntivi diventati disponibili dopo l’analisi di futilità, mostra che aducanumab è farmacologicamente e clinicamente attivo, dimostrando un effetto dose-dipendente nel ridurre gli accumuli di proteina beta amiloide nel cervello e nel rallentare il declino clinico misurato tramite la scala Dementia Rating-Sum of Boxes (CDR-SB). In entrambi gli studi, il profilo di sicurezza e di tollerabilità di aducanumab è stato coerente con gli studi precedenti.

 

Di fronte a una patologia così devastante, che colpisce decine di milioni di persone del mondo, l’annuncio di oggi rappresenta davvero una speranza nella lotta contro la malattia di Alzheimer. Si tratta del risultato di una ricerca innovativa che testimonia la tenacia di Biogen a perseguire la scienza lavorando nell’interesse dei pazienti”, ha commentato Michel Vounatsos, Amministratore Delegato di Biogen. “Siamo fiduciosi di poter offrire ai pazienti la prima terapia che riduce il declino clinico causato dalla malattia di Alzheimer e le potenziali implicazioni di questi risultati in patologie che presentano caratteristiche simili”.

 

Sulla base del confronto con la FDA, l’Azienda prevede di presentare la richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio  negli Stati Uniti all’inizio del 2020 e continuerà a dialogare con le autorità regolatorie di altri paesi tra cui Europa e Giappone. La richiesta di autorizzazione alla FDA comprenderà i dati provenienti dagli studi di fase I/Ib e il set completo di dati provenienti dagli studi di fase III sopraddetti.

 

Biogen punta a rendere disponibile aducanumab a tutti i pazienti precedentemente arruolati negli studi di fase III, a quelli che hanno partecipato all’estensione a lungo termine dello studio di fase Ib PRIME e allo studio EVOLVE. A tal fine, l’azienda lavorerà in modo tempestivo con le autorità regolatorie e i principali centri ospedalieri che partecipano alla sperimentazione.

 

Risultati dello studio

EMERGE (1638 pazienti) e ENGAGE (1647 pazienti) sono stati studi di fase III multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, su gruppi paralleli che hanno  valutato l’efficacia e la sicurezza di due diversi i dosaggi di aducanumab.

Questo ampio insieme di dati rappresenta la prima volta in cui uno studio di fase III ha dimostrato che la rimozione della beta-amiloide aggregata può ridurre il declino clinico della malattia di Alzheimer, dando nuova speranza ai pazienti e alle loro famiglie e alla comunità scientifica,”, hanno commentato Anton Porsteinsson, William B. e Sheila Konar, professori di psichiatria, neurologia e neuroscienze, direttori della University of Rochester Alzheimer’s Disease Care, Research and Education Program (AD-CARE), e principali sperimentatori. “Vi è una grandissima esigenza medica non soddisfatta: la comunità della malattia di Alzheimer sta aspettando questo momento. Desidero complimentarmi con Biogen, la FDA, la comunità medica e i pazienti e i loro partner dello studio per la costanza con cui hanno lavorato per rendere realtà l’annuncio di oggi”.

 

Informazioni su aducanumab

Aducanumab (BIIB037) è un anticorpo monoclonale umano sperimentale in fase di sviluppo per il trattamento della malattia di Alzheimer precoce. Biogen ha ottenuto in licenza aducanumab da Neurimmune nell’ambito di un accordo di sviluppo e licenza collaborativo. A partire dall’ottobre 2017, Biogen ed Eisai collaborano allo sviluppo e alla commercializzazione di aducanumab nel mondo.

 

EMERGE e ENGAGE sono stati degli studi di fase III multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, su gruppi paralleli pensati per valutare l’efficacia e la sicurezza di aducanumab. Obiettivo primario degli studi era valutare l’efficacia di dosi mensili di aducanumab rispetto a placebo nella riduzione del deterioramento cognitivo e funzionale misurato dalle variazioni del punteggio CDR-SB. Gli obiettivi secondari consistevano nella valutazione dell’effetto sul declino clinico di dosi mensili di aducanumab rispetto a placebo, misurato con MMSE, ADAS-Cog 13 e ADCS-ADL-MCI.

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