Un nuovo studio dimostra che in particolare circostanze i dinosauri carnivori non disdegnavano di mangiare carogne e attaccare i propri simili.
Centocinquanta milioni di anni fa, in quello che è l’attuale Colorado, dinosauri carnivori vagavano alla ricerca di carcasse in decomposizione per nutrirsi e in mancanza di quelle non si tiravano indietro nell’assalire e mangiare i propri simili.
Un comportamento che può essere spiegato come risultato dell’esposizione a lunghi periodi di carestia, che induceva i dinosauri a diventare cannibali.
Lo dimostra uno studio pubblicato il 27 maggio sulla rivista PLOS ONE ad opera di ricercatori dell’università del Tennessee che hanno analizzato i resti fossili ritrovati nella cava di Mygatt-Moore, nel Colorado.
Circa il 30% delle 2368 ossa rinvenute portano infatti i segni di denti di teropodi, cioè dinosauri carnivori, per la maggior parte allosauri. Oltre ai morsi su ossa di erbivori, il 17% di questi è stato invece trovato su scheletri di altri teropodi e in particolare nelle zone del corpo meno nutrienti, il che fa pensare che siano stati inferti su carcasse già spolpate, un po’ come fanno le iene e altri carnivori moderni.
I morsi trovati su ossa di allosauri, inoltre, rafforzano l’ipotesi che la scarsità di cibo spingeva i dinosauri al cannibalismo, una scoperta inedita per i predatori del Giurassico.
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